Scivolone mediatico

Moratti e la distribuzione dei vaccini anti-Covid sulla base del Pil: «Non è classismo»

La neo assessore al Welfare criticata per la richiesta avanzata al commissario Arcuri. In Consiglio regionale spiega: «Non ho mai pensato di declinare vaccini e reddito. Facevo riferimento all'indicatore finanziario, produttivo, economico. Siamo il motore d'Italia»

Moratti e la distribuzione dei vaccini anti-Covid sulla base del Pil: «Non è classismo»
Pubblicato:
Aggiornato:

Nel giorno in cui Regione Lombardia ha presentato ufficialmente ricorso contro la zona rossa, a fare discutere sono però le dichiarazioni di ieri (18 gennaio) del nuovo assessore al Welfare, nonché vicepresidente regionale, Letizia Moratti. La quale, in una lettera inviata al commissario Arcuri e riguardante i criteri di distribuzione nazionale dei vaccini anti-Covid, ha chiesto di considerare anche «il Pil della singola Regione».

In altre parole, Moratti chiede che per la Lombardia ci sia un occhio di riguardo non soltanto perché Regione più popolosa d'Italia, ma anche perché «motore economico» del Paese.

La lettera dell'assessore è stata scritta in seguito alla notizia che la Pfizer ha tagliato (momentaneamente, si spera) il numero di dosi da destinare all'Italia, diminuendo drasticamente il numero di vaccini in arrivo e causando così timori circa questa prima fase della campagna vaccinale.

Date le polemiche sollevate dalle parole della Moratti, accusata di classismo e di aver proposto, come metodo di selezione delle persone da vaccinare, sostanzialmente il reddito di ognuno, oggi (19 gennaio) l'assessore s'è vista costretta a fare alcune precisazioni: «Non ho mai pensato di declinare vaccini e reddito», ha detto la vicepresidente rispondendo in Consiglio regionale a un'interrogazione a risposta immediata.

«Il Pil a cui io ho fatto riferimento - ha continuato - è un indicatore finanziario, produttivo, economico. Regione Lombardia è motore d'Italia. Il rischio per questa regione è oggi quello di fermarsi per troppo tempo, di fermare il lavoro, la vita sociale e la filiera produttiva e questo penalizzerebbe tutta l'Italia. Per questo, come abbiamo già detto, Lombardia non merita di restare in zona rossa».

Seguici sui nostri canali