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Saranno le schede bianche il vero avversario di Pasquale Gandolfi in Provincia

Nella sua corsa solitaria c'è il rischio di franchi tiratori: nel Pd tanti mal di pancia per l'alleanza con la Lega, e nella Lega per l'alleanza col Pd

Saranno le schede bianche il vero avversario di Pasquale Gandolfi in Provincia
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di Wainer Preda

La gara, è chiaro, l’ha già vinta. Se non altro perché è l’unico candidato in campo. Ma per Pasquale Gandolfi la prossima presidenza della Provincia potrebbe anche essere meno agevole del previsto. Tutto dipenderà dagli esiti delle urne. Quelle che fra due settimane lo proclameranno, sì, vincitore. Ma soprattutto diranno quanto i partiti che lo sostengono a spada tratta, Pd e Lega, saranno riusciti a convincere i loro amministratori/elettori della bontà dell’operazione.

Un’operazione di convergenza politica “artefatta”, dal momento che i due partiti la pensano in maniera diametralmente opposta su quasi tutto. Studiata a tavolino, condotta con scaltrezza e portata a termine con altrettanta spregiudicatezza. Nelle scorse settimane, PrimaBergamo vi ha raccontato i retroscena di come si è giunti a quest’intesa che, in pratica, blinda la vittoria in Provincia. Con il Pd che, dopo aver diviso il fronte avversario, incassa la presidenza. E la Lega che ottiene vicepresidenza e un numero cospicuo di deleghe. Un accordo di potere. Legittimo, per carità. Fra due partiti che detengono grossomodo un terzo degli elettori ciascuno. Almeno sulla carta.

Ora però viene il bello. Il confronto vero, reale, con le urne. Perché al di là degli ordini di scuderia, ogni amministratore si troverà nel segreto dell’urna a fare i conti con la propria coscienza. E da lì potrebbe scaturire qualche sorpresa. Non tutti nel Partito Democratico, dicono i rumors, hanno accettato senza batter ciglio l’alleanza con la Lega. Primo, perché la ritengono ideologicamente distante. Secondo, perché mette a rischio i posti nelle partecipate della Provincia, che in questo momento sono tutti appannaggio del Pd. Terzo, perché l’alleanza di oggi rischia di fare a pugni con quella di domani: leggasi Regionali del prossimo anno. In più, il Partito Democratico deve fare i conti con le correnti filocentriste. Quelle che non disdegnerebbero il sostegno alla lista “Provincia Sostenibile”. Quindi alla lista di Gandolfi potrebbero mancare, già in partenza, alcuni voti sul fronte di centrosinistra.

Allo stesso modo, è difficile affermare con certezza che sul versante Lega tutti voteranno il candidato del Partito Democratico. I “duri e puri”, è noto, avrebbero preferito un’alleanza a centrodestra. Le critiche interne non sono mancate. E la strategia dell’intesa coi dem è costata il sacrificio del sindaco di Treviglio Juri Imeri, fino a un mese prima candidato in pectore alla presidenza della Provincia. Non solo. Il Carroccio non ha riconfermato gli altri due consiglieri provinciali che, insieme a Imeri, rappresentavano le nuove leve verdi. Ovvero il trentacinquenne Alberto Ongaro dalla Valseriana e il trentunenne Matteo Villa da Calusco (della precedente formazione resta solo l’ex sindaco di Treviolo Gianfranco Masper, 72 anni, mentre Demis Todeschini è passato a Fratelli d’Italia).

Al di là delle dichiarazioni di facciata - o di quelle fatte dinanzi ai coordinamenti provinciali -, poi, il passato insegna che nel conteggio dei voti vanno considerati i giochi delle correnti interne, le convenienze di questo e quel protagonista, finanche le simpatie e le antipatie personali.

Il rischio di “franchi tiratori” in salsa bergamasca, dunque, è concreto. L’effettiva forza di Gandolfi si misurerà non tanto sul consenso, quanto sul numero di schede bianche, avverse alla sua candidatura. È possibile che i contrari a Gandolfi restino limitati, per carità. Così come alla fine le schede bianche possano risultare più del previsto. Di certo saranno bianche quelle di Fratelli d’Italia. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il neosegretario provinciale Andrea Tremaglia. Anche qui, si tratta di una decisione biunivoca. Che guarda all’esterno e all’interno. (...)

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