Dimenticanza?

Da Draghi al Bosco della Memoria c'erano tutti, ma la scuola non l'hanno invitata

Il provveditore Patrizia Graziani: «Non ci hanno detto niente, neanche dopo. Nessuno più dei nostri istituti ha lavorato per mantenere lezioni in presenza»

Da Draghi al Bosco della Memoria c'erano tutti, ma la scuola non l'hanno invitata
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di Luigi de Martino

Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, è una signora anche nello stile. Mai una polemica, una parola fuori posto, un tono sopra le righe. Quando però deve dire pane al pane e vino al vino non si tira indietro. Non lo ha fatto neppure all'indomani della visita a Bergamo di Draghi, giovedì 18 marzo, in occasione della Giornata nazionale per le vittime del Covid. All'unico momento istituzionale con le autorità, al Parco della Trucca lei non c’era. E come mai? «Non per nostra volontà», si è limitata a commentare il giorno dopo, aggiungendo un laconico: «Escluderci è stato sbagliato».

Dottoressa, è rimasta male per il mancato invito…

«Non sono rimasta male io, ma tutta l’istituzione scolastica. Sinceramente non mi sarei aspettata che dopo tredici mesi di sofferenza la scuola non venisse invitata a un momento così importante».

Si è data una spiegazione?

«No. Ho seguito dai giornali l’organizzazione della giornata e, da quanto avevo capito, si sarebbe trattato di una cerimonia riservata a pochissimi rappresentanti delle istituzioni. Collegandomi alla diretta televisiva, ho invece visto che partecipavano numerose autorità civili, religiose e militari della città. Con un vuoto, quello della scuola».

Patrizia Graziani, dirigente dell'Ufficio scolastico Territoriale

Che gaffe clamorosa...

«Non so dirle il perché, forse si sono dimenticati».

Lei non ha spiegazioni, ma in seguito qualcuno gliele ha date?

«La scuola non è stata invitata e nessuno mi ha contattata o ha chiamato l’ufficio scolastico per dare qualche motivazione».

Di positivo c’è che sindaco Gori, nei pochi minuti nei quali è riuscito a parlare con Draghi, ha sollevato proprio il problema della scuola e dei disagi delle famiglie.

«Ho letto sul giornale...».

E?

«Ribadisco solo che da tredici mesi la scuola bergamasca si sta impegnando per mantenere le lezioni in presenza. Il 9 settembre, primo giorno del nuovo anno, eravamo tra i pochissimi in Italia a essere pronti con i doppi ingressi e le uscite, effetto di un’organizzazione importante condotta sin da maggio con le aziende del trasporto pubblico locale. Ci siamo sempre impegnati al massimo, anche quando era stato chiesto alla scuola di mantenere una percentuale più alta di ragazzi in didattica a distanza. Io ho puntualizzato che stavamo rispettando precise indicazioni ministeriali. Nessuno più della scuola bergamasca ha lavorato per mantenere tutto in presenza, questo è un dato indiscutibile». (...)

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