L'escursione consigliata

Sul riservato e poco conosciuto monte Masoni, che regala panorami a perdifiato

Si trova lungo lo spartiacque che divide l'Alta Val Brembana dalla Valcervia. Questa splendida montagna viene spesso dimenticata...

Sul riservato e poco conosciuto monte Masoni, che regala panorami a perdifiato
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di Angelo Corna

Il monte Masoni, detto anche monte Sasso, è la vetta più alta delle Alpi Orobie Occidentali; si trova lungo lo spartiacque che divide l'Alta Val Brembana dalla Valcervia, tributaria della Valtellina. Questa splendida montagna viene spesso dimenticata in favore di luoghi più ambiti e conosciuti: un errore, visto che tra le sue vette, due per l’esattezza, si nascondono crinali erbosi e pascoli che conducono fin oltre i 2.600 metri di quota transitando per sentieri poco frequentati, dove si possono osservare marmotte e stambecchi.

Lungo la salita sono ben visibili i resti delle miniere di ferro che venivano usate in passato. Oggi è una montagna riservata, che regala panorami a perdifiato sulle cime più belle dell’Alta Val Brembana.

1 - Sul sentiero
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2 - Marmotte
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5 - Pascoli e creste
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6 - Il lago del Publino
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7 - Vetta monte Masoni
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Il monte Masoni si erge imponente lungo il fianco sinistro del rifugio fratelli Longo, ottimo punto di appoggio per chi volesse dividere la gita in due tappe. La partenza per l’escursione è invece il paese di Carona: seguendo l’ampia carrareccia, marchiata dal segnavia Cai 210, raggiungiamo con pochi sforzi il caratteristico borgo di Pagliari. Un sentiero segnalato, con indicazione rifugio Longo, si snoda poco dopo la frazione e permette di evitare il tratto di jeeppabile, che potrebbe risultare monotono.

Alternando i tratti nel bosco con le belle vedute sull’Alta Val Brembana, continuiamo fino a raggiungere il lago del Prato, bivio tra i rifugi Calvi e Longo. Noi pieghiamo a sinistra in direzione di quest’ultimo, ricollegandoci alla larga mulattiera jeeppabile.

Superate alcune cascatelle, che scendono proprio dal monte Masoni, troviamo, un paio di chilometri prima del rifugio, un vecchio cartello con indicazione il Passo di Venina. È il nostro sentiero, che sale ripido fiancheggiando la montagna lungo suoi pendii erbosi. Lo imbocchiamo e in costante salita raggiungiamo il Passo e il bellissimo panorama che lo contraddistingue.

Abbiamo toccato i 2.438 metri di quota…

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