Via ai lavori in autunno

Il nuovo volto della Montelungo Ovvero come diventerà nel 2020

Il nuovo volto della Montelungo Ovvero come diventerà nel 2020
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Comunicati stampa? No grazie. Nell'era dell'informazione diffusa e della velocità social, anche i sindaci preferiscono affidarsi ai cinguettii piuttosto che a noiose mail. Ed è proprio attraverso un tweet che, giovedì 14 luglio, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha presentato a tutta la cittadinanza il volto che verrà dell'ex caserma Montelungo. Poche immagini, che dicono però già molto. Sono quelle tratte dal perfezionamento del progetto che, a fine 2015, s'è aggiudicato il concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione e riconversione funzionale dell’intera area, promosso dalla Cassa Depositi e Prestiti, titolare dell’immobile, e dal Comune di Bergamo, che ha di fatto proposto l’iniziativa nel giugno 2014. In due anni, quindi, si è passati da un’idea a un progetto su carta che porterà alla rinascita dell’area.

 

 

Perché hanno vinto Barozzi e Veiga. Ad aggiudicarsi il bando, com'è noto, è stato l'Estudio Barozzi/Veiga degli architetti Francesco Barozzi (italiano) e Alberto Veiga (spagnolo). Il loro progetto ha vinto di misura su quello dei rivali Nieto-Sobejano, rimasti in lizza fino allo sprint finale (i finalisti erano cinque su 120 partecipanti): 3-2 il voto della giuria presieduta dallo storico dell’architettura Francesco Dal Co, il quale ha spiegato che, a fare la differenza, è stato un «piccolissimo gesto architettonico che ha risolto alla radice il problema del rapporto tra il contesto urbano di riferimento e l’intervento che si dovrà realizzare». In cosa consiste questo tocco di classe? Semplicemente nell’aver interrotto, in alcuni punti, l’opprimente continuità del perimetro esterno della caserma. Ci saranno delle rientranze, delle “flessioni” che avranno l’effetto di ridurre – se non eliminare – la frattura con quello che prima era il mondo esterno. Grazie a queste discontinuità caserma e città si rinsalderanno. Anzi si “ricuciranno”, come ha sottolineato il sindaco Gori citando il concetto di «rammendo urbano» tanto caro a Renzo Piano. Nei sei mesi di discussione tra architetti e uffici comunali, però, il progetto ha subito alcune modifiche, ben chiare dai rendering pubblicati su Twitter dal primo cittadino.

 

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Le novità del progetto. La novità più evidente rispetto al progetto iniziale con cui Barozzi e Veiga hanno vinto il bando, è l'eliminazione di quella "S" che i due architetti avevano immaginato per i due edifici situati sul versante della ex Colleoni. Lì sorgeranno la maggior parte delle residenze per studenti e ora le due strutture che formavano la "S" che tanto era piaciuta alla commissione giudicante sono state divise, pare (almeno così riporta L'Eco di Bergamo) su esplicita richiesta della Sovrintendenza. Altra novità: il progetto prevedeva, inizialmente, l'abbattimento di 7 diversi edifici facenti parte del complesso, ma la Sovrintendenza ha chiesto ai due architetti di salvaguardarne almeno due, cioè le ali del corpo di fabbrica che si affaccia sulla torre del Galgario e che rientra nel perimetro della Colleoni. Restano invece le connessioni che tanto erano piaciute tra spazi interni e spazi esterni al complesso. Anzi, se ne aggiunge una in più: un sottopasso che collegherà lo spazio a parco Suardi (nell'immagine qui sopra).

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Tempi, costi e futuro. Gori ha annunciato che i lavori inizieranno in autunno. Se tutto dovesse filare liscio, per il 2020 Bergamo potrà rientrare in possesso di un suo luogo storico. Il progetto definitivo è stato depositato a Palazzo Frizzoni la scorsa settimana, dopo mesi e mesi di incontri, aggiustamenti e perfezionamenti. Lunedì 18 luglio è prevista invece la firma dell'accordo di programma tra tutte le parti coinvolte nel progetto: il Comune, Cassa depositi e prestiti e l'Università. Quest'ultima diventerà proprietaria dell'immobile versando a Cdp i 3 milioni e 950mila euro corrispondenti al valore del complesso, così valutato dalla perizia compiuta dall'Agenzia delle Entrate. L'ateneo, inoltre, sosterrà i costi degli interventi edilizi. Proprio per sostenere queste spese è stato creato un fondo di ben 24 milioni. Il progetto prevede la realizzazione nell'area di 300 residenze studentesche, di 60 alloggi per i docenti stranieri, un centro sportivo universitario aperto anche alla cittadinanza e grande 3.500 metri quadrati e diversi spazi di aggregazione. La Colleoni, invece, resterà in possesso di Cdp, che la ridisegnerà attraverso la creazione di abitazioni per privati e negozi.

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