La recensione

"Perfect blue" di Satoshi Kon (al cinema per un giorno) mostra il lato oscuro della celebrità

Il film anime racconta del mondo delle idol giapponesi e dell'incapacità di distinguere tra personaggio pubblico e vita privata. Nelle sale l'8 maggio

"Perfect blue" di Satoshi Kon (al cinema per un giorno) mostra il lato oscuro della celebrità
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La star del K-pop Karina è stata costretta a lasciare il fidanzato, l'attore Lee Jae-wook. L'annuncio della loro relazione, lo scorso febbraio, aveva scatenato l'ira dei fan della cantante sudcoreana, con atti di disapprovazione che hanno rasentato l'intimidazione.

Tutto questo però ce lo aveva già mostrato su schermo, vent'anni fa, Satoshi Kon con il suo Perfect blue (1997), film anime che ci racconta di quel patinato mondo delle idol (in questo caso, giapponesi), dietro cui si nascondono i disagi di queste ragazzine, a causa della morbosità dei fan e delle aspettative di manager senza scrupoli.

Stalker e disagio mentale

Tratto dal romanzo di Yoshikazu Takeuchi, la pellicola, che sarà proiettata in diversi cinema bergamaschi il prossimo 8 maggio, ha come protagonista Mima. Una giovane che, dopo il successo con il gruppo delle Cham, decide di passare alla recitazione.

La scelta, però, non è affatto gradita dai suoi sostenitori, molti dei quali la prenderanno come un tradimento. Come se non bastasse, deve anche fare i conti con uno stalker e le difficoltà a lanciarsi nella nuova carriera. Una serie di fatti inquietanti le fanno capire che il pericolo si avvicina e la sua identità, nel frattempo, incomincia a frammentarsi e diventa sempre più difficile distinguere tra vita e spettacolo, realtà e finzione.

Un mondo malato

Proprio questa incapacità di separare personaggio pubblico e donna, con la sua vita privata, è al centro dell'opera del regista. Il primo psycho-thriller della storia dei cartoni animati ci fa anche esplorare quel mondo, per certi versi anche malato, delle cantanti asiatiche popolari che sono sottoposte, in modo costante, allo sguardo attento dei propri anonimi spasimanti, nascosti in mezzo agli spettatori dei concerti.

Ragazze che cercano di farsi strada nel mondo dello spettacolo, cercando di soddisfare i fan e le agenzie, ma che devono anche lottare per non diventare, come spesso accade, loro stesse un prodotto, come i loro dischi.

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