Non solo Tinder

Caro primo appuntamento, addio Ormai l'amore si cerca sul web

Caro primo appuntamento, addio Ormai l'amore si cerca sul web
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Amici, colleghi, parenti, parrocchiani, contatti di famiglia. Dopo secoli di relazioni nate negli entourage familiari e professionali, per trovare l’anima gemella non sembra più necessario ricorrere a loro. Sono a oggi, infatti, più di duecento milioni le persone che utilizzano app o siti internet per trovare un partner: prima fra tutti Tinder, ma ormai anche Spotify e Instagram, a dimostrazione che musica e foto possono essere strumenti cruciali per scovare le affinità che portano a iniziare una relazione.

 

 

Nel mondo anglosassone e nel Nord Europa, conoscersi online è diventato molto più comune che incontrare un potenziale partner dal vivo. Negli Stati Uniti ci si conosce attraverso Tinder, OkCupid, Hinge o altre app ancora più “fantasiose”, come Coffee meets Bagel (che invia a ogni utente un “Bagel” al giorno, ovvero un match potenziale disponibile solo per 24 ore) oppure Tastebuds (che propone dei match di profilo sulla base dei gusti musicali degli utenti). La questione è così rilevante che un sesto dei matrimoni etero nasce da un incontro sul web, percentuale che sale esponenzialmente per le coppie dello stesso sesso, che, secondo dati dell’Economist, nel settanta per cento dei casi si sono formate grazie a siti di incontri online. Le app di incontri restano uno degli strumenti più utilizzati anche dai tantissimi single che vogliono “rimettersi sul mercato” dopo la fine di una lunga relazione, approfittando del “rifugio” offerto dalla rete a tutti coloro che non hanno voglia di esporsi dal vivo, in un porto sicuro dove esprimersi senza rischi. Certo, non si può però generalizzare. Alcuni Paesi europei stentano a seguire il trend, così che le prime schermaglie amorose continuano a nascere davanti a un caffè o sbirciando oltre la scrivania del vicino. È, ad esempio, il caso dei tedeschi, che sembrano essere piuttosto restii a rinunciare a un primo contatto dal vivo quando si tratta di iniziare una relazione. Sorprendenti sono, invece, i dati sulle reazioni di Cina e India, Paesi dove per secoli le relazioni coniugali sono state gestite a livello familiare, in una lotteria di matrimoni combinati che portavano i due “innamorati” a conoscersi solo poco prima delle nozze. In questi Paesi, dove fino a poco tempo fa innamorarsi di uno sconosciuto non era neppure pensabile, ormai sono decine di milioni gli utenti che utilizzano le app per provare a trovare l’anima gemella.

 

 

Come tutto quello che riguarda privacy e dati sensibili, ovviamente anche il dating online è un business che muove miliardi di dollari. Nonostante i milioni di utenti che in tutto il mondo fanno ormai uso di siti e app di incontri, la gestione di questo matching globale continua, però, a essere un oligopolio dominato da poche aziende, che si tengono strette i dati e le preferenze dei loro utenti. Un giro di affari da 4,6 miliardi di dollari nel quale sta provando ad entrare anche Facebook, che ha da poco lanciato una funzione di dating (gratuita e senza pubblicità) che sarà in prova nei prossimi mesi. Ma cosa è cambiato nel modern love? Non solo i luoghi, dal caffé al computer, ma anche gli incontri. Se da un lato sempre di più sono le coppie che si formano anche tra culture e origini differenti, unite da interessi e visioni comuni, tanti sono anche gli stereotipi che si consolidano. Oltre a quello primario, della bellezza virtuale (così diversa da quella in carne ed ossa), una delle caratteristiche emerse dai primi studi sulle app di incontri è come, ad esempio, le donne più “anziane” e con più qualifiche ricevano meno preferenze rispetto a uomini con le stesse caratteristiche. Resta poi da capire, in questo mondo virtuale dove sempre di più si procede per selezione sulla base di stessi interessi, hobby e aspirazioni, come si possa conciliare tutto questo con le migliaia di coppie nate e cresciute sulla base della teoria degli “opposti che si attraggono”.

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