I consigli di Laura Adele Feltri

«Io, gli insegnamenti di papà Vittorio e l’amore per la casa, nato... dai tanti traslochi»

La consulente immobiliare ci fornirà, anche in questo 2021, consigli molto utili. Per questo abbiamo voluto conoscerla meglio

«Io, gli insegnamenti di papà Vittorio e l’amore per la casa, nato... dai tanti traslochi»
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di Luigi de Martino

Laura Adele Feltri, la nostra esperta di case e delle leggi che regolano il mondo immobiliare, ha un padre famoso, il giornalista Vittorio Feltri, e una sua storia interessante.

Ci tolga una curiosità, perché due nomi?

«Il secondo, Adele, è il nome della mamma di mio padre Vittorio. Ero molto legata a lei. Ogni volta che pronuncio il suo nome provo gioia, era una persona composta, elegante, con le unghie laccate di rosso come le labbra. Erano i primi anni Settanta, lei per me era bellissima. Le donne manifestavano per la parità dei diritti, lei senza tanto clamore l’aveva già ottenuta da anni, lavorando come dirigente a capo di molti uomini (all’Aci, per esempio), sempre mantenendo la sua femminilità raffinata».

Vittorio e Laura Adele Feltri

Ha menzionato suo padre, che deduco abbia appreso lo stile e la passione per il lavoro dalla madre. È facile immaginare che per lei sia stata un’altra figura importante.

«Molto importante. Mio padre Vittorio ha la stessa eleganza e lo stesso amore per il lavoro di nonna, mi ha trasmesso questi valori che “ci salvano sempre nella vita”, come mi ripete spesso. Imparare una professione che ci appassioni riesce a farci vivere meglio, anche nei momenti difficili. Ci dà forza, un senso».

Cosa le dice suo padre Vittorio a proposito dello “stile”?

«Mi ha sempre consigliato di non scimmiottare ciò che vedo indossare dagli altri, ma di crearne uno mio, con abiti in cui mi sento a mio agio per colori, stoffa e taglio. La sobrietà in ogni ambito, una certa concentrazione nelle scelte, soprattutto se nell’arco della giornata si debbono affrontare situazioni diverse senza la possibilità di un cambio. Gli abbinamenti dei colori, dei tessuti, lo devo invece a mia madre Enoe, che da ragazza sembrava una maniquenne. La prima foto che ricordo è di lei mentre scendeva da un’auto che guidava. Per una donna, all’epoca, era segno di emancipazione. Era molto bella ed elegante».

Quando e perché ha cominciato a seguire il mondo della casa?

«Le case mi hanno sempre affascinato, con i miei genitori ho cambiato sette abitazioni, molto diverse tra loro e ognuna bella e affascinante per alcuni dettagli. Abbiamo spaziato da Borgo Santa Caterina, dove sono cresciuta, a Città Alta, nel Palazzo Medolago Albani, fino a un cascinale con fattoria, nella Bassa».

Quando ha deciso di dedicarsi alla consulenza in ambito immobiliare?

«Ho una formazione pedagogica e ho iniziato lavorando come maestra. Poi, per stare al fianco di mio marito, mi sono trovata segretaria in un’agenzia immobiliare: eravamo sposati da poco e lavorare insieme ci ha reso e ci rende felici ancora adesso. Oltretutto si è aggiunta in ufficio nostra figlia Federica, che è giovane, piena di energia, idee e serietà, fusione dei nostri due caratteri. Questo la rende unica e molto apprezzata dai clienti».

Cosa le piace del suo lavoro?

«Tutto, tranne le perdite di tempo e la disonestà, anche intellettuale: odio chi vuole avere ragione a ogni costo. Il mondo del consulente immobiliare è molto ampio. Cercare informazioni su chi vende è un po’ come essere un detective ed è entusiasmante. Visionare le abitazioni costituisce spesso una sorpresa. Ascoltare le problematiche delle persone e poterle aiutare con una nuova abitazione o una ristrutturazione mi rende felice. È un lavoro di squadra, valutiamo insieme quello che si vuole realizzare e ciò che si lascia nella vecchia casa, che non soddisfa più. In certi casi, trovare una nuova abitazione vuol dire aiutare le persone a reinventarsi, e questa parte del mio lavoro non la si fa per un compenso. Nel corso degli anni diversi clienti sono diventati buoni conoscenti o amici».

Che cosa significa l’aggiornamento nel suo lavoro?

«È un aspetto fondamentale, perché anche la legislazione cambia e bisogna essere al passo. Chi si affida a un’agenzia lo fa fidandosi di noi. Bisogna essere precisi, autorevoli: ci si gioca la reputazione».

Usciamo da un anno difficile. Come vede il futuro?

«Sono entusiasta di questo anno appena iniziato, la casa sarà al centro dei nostri desideri non solo per un cambio radicale, ma anche per ristrutturazioni. Sono contenta di tenere questa rubrica, perché mi dà l’occasione di spiegare ai lettori tante cose, dalle nuove tendenze alle mode, dagli aspetti economici a quelli giuridici».

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