Il pubblico apprezza

L'attesa è finita: Starbucks è finalmente arrivato anche a Oriocenter

Da tempo ci si aspettava un'apertura bergamasca del noto brand. Dopo una settimana, il bilancio è già positivo

L'attesa è finita: Starbucks è finalmente arrivato anche a Oriocenter
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Ha aperto Starbucks, e come sempre è un evento. Nella prima giornata di apertura dell’iconico marchio di Seattle (che in Italia è sotto licenza esclusiva di Percassi) a Oriocenter, il 10 novembre, è risultato subito evidente che anche qui a Bergamo la catena è destinata a ritagliarsi i suoi spazi, con numerosissime persone che non hanno resistito alla tentazione dei frappuccini e dell’iced coffee che ne hanno fatto le fortune in cinquant’anni - compiuti proprio nel 2021 - di storia.

Miscele di Arabica, drink a base di caffè preparati da personale esperto con l’ausilio di tecnologie sempre al passo con i tempi, come la macchina del caffè Black Eagle di Nuova Simonelli, eccellenza italiana nel suo settore. Oltre ai preparati, Starbucks porta anche una vasta offerta gastronomica, pensata per incontrare il gusto italiano (che su queste cose, si sa, è molto esigente) e per tutti i momenti della giornata. Ogni mattina da Starbucks si possono, ad esempio, trovare tutti i prodotti per una classica colazione all’italiana, dal dolce al salato. Per il pranzo invece, l’offerta comprende sia snack leggeri, sia tramezzini freschi e insalate. Le ricette sono state rivisitate appositamente per il contesto italiano negli ultimi mesi.

In molti ricorderanno che Starbucks è stato a lungo atteso in Italia: per tanti, specie i più giovani, i viaggi nelle grandi capitali internazionali erano anche un’occasione per fare visita ai locali della catena sparsi un po’ ovunque, tranne che da noi. Del resto, l’opinione pubblica era scettica: si diceva che in Italia non avrebbe mai potuto avere successo, per via del profondo legame del nostro Paese con la tradizione del caffè consumato in una certa maniera.

Lo stesso Howard Schultz, presidente e ad del gruppo, nonché fondatore della catena, aveva sempre ritenuto poco futuribile un eventuale approdo in Italia. Eppure, l’arrivo nel Belpaese ha rappresentato la chiusura ideale di un ciclo: inizialmente, infatti, Starbucks era un’azienda che si limitava a produrre chicchi di caffé interi, senza tutto il lato legato alla distribuzione che successivamente, a partire dagli anni Ottanta, ha iniziato a diffondere in tutto il mondo il modello Starbucks come lo conosciamo oggi. L’idea di iniziare a distribuire era venuta allo stesso Schultz dopo che, in un viaggio a Milano, si era reso conto di quanto gli italiani fossero legati alla ritualità del caffè al bar, pensando così di proporre questo modello anche con la sua azienda.

In ogni caso, dopo anni di attesa, nel 2015 erano trapelati i primi rumors di una trattativa in corso tra Schultz e Percassi, poi confermati l’anno successivo. Quando la catena è finalmente arrivata, nel settembre 2018, a Milano (in piazzale Cordusio), l’entusiasmo generato dalla sola inaugurazione aveva fatto capire che i tempi erano maturi e che il marchio avrebbe sbancato anche qua. E così è stato, perché da allora Starbucks non si è più fermato, prendendosi capillarmente prima Milano, e poi via via le altre grandi città della Penisola. Merito di un’offerta consapevolmente studiata per la sfida italiana che, proprio per gli stessi motivi che alimentavano i pareri degli scettici prima dell’arrivo, il marchio sapeva essere ostica.

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