Orobie da amare

In vetta al monte Venturosa Se cercate un po' di pace

In vetta al monte Venturosa Se cercate un po' di pace
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Foto di Angelo Corna

 

Se risaliamo la Val Brembana, al nostro ingresso nel bel paese di San Giovanni Bianco appaiono davanti ai nostri occhi due grandi montagne. Sono i monti Cancervo e Venturosa, bastionate rocciose che toccano quasi i 2000 metri di quota e che si ergono imponenti sopra gli abitati di Pianca e Cespodosio. Tra queste due montagne spicca per conformità il monte Venturosa, una montagna solitaria, molto spesso meta riservata di pochi escursionisti che conoscono e ripercorrono questi sentieri, mantenendoli vivi. Una zona, nonostante la vicinanza con i centri abitati, dove è possibile ammirare l’ermellino, lo stambecco e, se siamo fortunati, anche la regina delle Orobie: l’aquila.

La partenza. Varie vie di salita permettono di guadagnare la vetta del Monte Venturosa (mt. 1999). Il sentiero più veloce e remunerativo parte poco sopra l’abitato di Pianca, caratteristica frazione di San Giovanni Bianco. Tra stretti tornanti nel bosco raggiungiamo la località conosciuta come Foppette, dove troviamo un piccolo parcheggio che permette di posteggiare l’auto. Alle nostre spalle un cartello indica la nostra destinazione: il Passo del Grialeggio e, naturalmente, il monte Venturosa. Zaino in spalla, risaliamo quella che per il primo tratto è una ripida carrareccia. Alla nostra destra un bellissimo roccolo ristrutturato spunta dalla pace che regna in questo tratto di bosco, caratterizzato da faggi e betulle. Noi continuiamo lungo la strada carrabile per circa un chilometro, per poi abbandonarla in prossimità del sentiero CAI 136 (attenzione ai bolli bianco-rossi) che si snoda alla nostra sinistra. Ora si inizia a salire nel bosco, tra scorci sulle pareti del monte Venturosa, dove guglie e torrioni fanno da padroni.

1 - Partenza
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2 - Torrioni
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3 - Il Passo del Grialeggio
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7 - Fioriture
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Il Passo del Grialeggio. Dopo circa un’ora di cammino raggiungiamo il valico (mt. 1708) conosciuto come Passo del Grialeggio. Alla nostra sinistra si erge il monte Cancervo, una montagna che nel secolo scorso ha fatto la storia dei paesini di Pianca e Camerata Cornello. A destra l’imponente Monte Venturosa, mentre davanti a noi il panorama si apre sui Piani dell’Alben e, in lontananza, il Resegone con i suoi cocuzzoli. Noi imbocchiamo il sentiero di destra, (segnavia CAI 102) lasciando il monte Cancervo con le sue leggende, e proseguiamo lungo la traccia ben segnalata che tra pascoli e torrioni ci porterà alla suggestiva “Baita del Giacom” (m.1834). Questa bellissima baita è stata recentemente ristrutturata ed è privata. Tuttavia, i proprietari hanno ricavato un piccolo spazio che può essere utilizzato dagli escursionisti come riparo in caso di maltempo. Una panchina, posta davanti alla baita, invita al riposo e alla contemplazione, regalando un panorama sulla media Val Brembana e sulle montagne che ne fanno da corona.

Domenica 15 luglio si svolge la Festa Monte Venturosa, con rinfresco presso la Baita del Giacom offerto dai proprietari. Dalle ore 8 fino alle ore 11 sono previste le salite in elicottero al costo di 25 euro a persona, con partenza da Camerata Cornello. Alle ore 11 si tiene la santa messa presso la croce, presenziata dal gruppo Alpini di San Giovanni Bianco e di Camerata Cornello. Per tutto il pomeriggio sono previsti voli turistici in elicottero (tempo permettendo). Tutte le informazioni e le eventuali prenotazioni per i voli sono disponibili al numero 3393388447.

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12 - Si sale
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13 - Quasi in vetta
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14 - La croce al tramonto
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La vetta. Recuperate le energie, possiamo continuare sul nostro percorso, che abbandona il segnavia CAI 102 e risale il fianco della montagna. La pendenza aumenta e il tracciato viene identificato da bolli giallo/blu, che indicano il percorso migliore per la salita. Dopo circa mezz’ora di cammino raggiungiamo la grande croce di vetta, posta su un basamento in cemento a 1999 metri di quota. Il panorama domina su tutta la Val Taleggio a 360 gradi, mostrando le principali cime che la contraddistinguono: il monte Sornadello, il Cancervo, i vicini Araralta e Baciamorti, il monte Sodadura, lo Zuccone Campelli, le Grigne e il Resegone, giusto per chiudere il cerchio. La discesa è consigliata dallo stesso versante di salita, anche se un ripido sentiero, non segnato sulle carte e in alcuni tratti poco visibile, scende direttamente dalla croce di vetta in direzione dell’abitato di Cespedosio.

La variante. Altre vie di salita permettono di guadagnare la vetta di questa bella montagna. La variante più remunerativa è quella che permette, con partenza da Pianca, il concatenamento con il monte Cancervo. L’escursione in questo caso diventa per escursionisti esperti e prevede la salita dal sentiero CAI 102 e dal Canal Catif, attrezzato con catene fisse. Nel percorso si tocca la Baita Cancervo e si sale per cresta e pascoli fino alla vetta della nostra montagna (mt. 1834). Guadagnata la cima, dobbiamo ridiscendere dal versante opposto, in direzione del passo del Grialeggio e proseguire lungo l’itinerario precedentemente descritto, che ci condurrà alla vetta del monte Venturosa. Questo percorso supera (andata e ritorno) i 15 chilometri e tocca i 1300 metri di dislivello positivo.

 

 

Curiosità. Il monte Venturosa si trova in un contesto affascinante e quasi dimenticato, dove guglie e torrioni ricordano il vicino e più blasonato Resegone. Salendo al suggestivo abitato di Pianca possiamo fermarci nel piccolo borgo di Oneta, casa natale della famosa maschera di Arlecchino. Un pugno di case antiche e restaurate nel rispetto della struttura originaria contribuiscono a dare alla contrada un’atmosfera d'altri tempi. Molto interessante anche la chiesetta del Carmine, che custodisce alcune tele del Ceresa e vari affreschi, tra cui un San Giovanni Battista e un grande San Cristoforo, posto a protezione dei viandanti lungo la via Mercatorum. Se invece siamo guidati dalla buona cucina non possiamo che fare una tappa al Rifugio Escursionistico Cespedosio, gestito da Piero e Katia e poco distante dalla partenza per l’escursione ai monti Venturosa e Cancervo.

Conclusioni. È molto facile, se percorrete questi sentieri nei giorni infrasettimanali, che non incontriate nemmeno un escursionista. Se cercate qualche ora di pace a pochi minuti da Bergamo, il monte Venturosa fa al caso vostro. Per raggiungere la vetta servono circa due ore di cammino, a cui vanno sommati poco meno di 5 chilometri e circa 900 metri di dislivello positivo (sola andata). La bastionata composta dai monti Cancervo e Venturosa è completamente priva d’acqua. Si raccomanda di portare abbondanti scorte, sopratutto se l’escursione viene effettuata con bambini o in compagnia dei nostri amici a quattro zampe.

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