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«I cento rintocchi del Campanone non sono un po' inquietanti?»: la domanda scatena i bergamaschi

La questione, lanciata sulla pagina Facebook "Sei di Bergamo se...", ha suscitato la reazione di molti, tra difese della tradizione e racconti

«I cento rintocchi del Campanone non sono un po' inquietanti?»: la domanda scatena i bergamaschi
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La miccia è stata accesa: «Ma cento rintocchi ogni sera non vi paiono un po' inquietanti?». Quando, sul gruppo Facebook "Sei di Bergamo se...", un utente ha posto la questione, con la specificazione «non mi sto lamentando, ma sentendoli per la prima volta ho chiesto i pareri», i commenti si sono sbizzarriti.

La tradizione è tradizione

In molti hanno difeso l'usanza, che risale alla dominazione veneziana, quando i cento rintocchi alle dieci di sera servivano ad avvisare dell'avvio del coprifuoco e quindi della chiusura delle porte della città. «Guai se non li sentissimo è la tradizione e le tradizioni sono importantissime - sottolinea un'utente in risposta -, ci caratterizzano, ci raccontano. Ne stiamo perdendo fin troppe di tradizioni se ci volessimo più bene cercheremo di mantenerle». 

E chi ricorda: «In una società dove ormai tutto scorre velocemente godiamoci lo scorrere lento dei rintocchi del campanone che ci tengono legati alla tradizione». 

Storie e racconti

Altri hanno dato spazio ai propri ricordi e alle storie legate ai rintocchi: «Quando facevo il cameriere in Città Alta, sentire i rintocchi delle campane era come un avviso che erano le 22 e che quindi nel giro di un'ora avrei finito il mio turno: che sollievo! Star sempre a guardare l'orologio sembra che il tempo non passi mai, ma così, aspettando il Campanone, io facevo il mio lavoro senza pensieri».

Ancora: «Sono nata sotto il campanone e definire i rintocchi inquietanti mi mette un po' di tristezza. I rintocchi al di là del significato storico sono nell'anima per chi ci è nato». 

Il concetto che più ritorna però è sempre questo: i cento rintocchi per i bergamaschi vicini e lontani sono sinonimo di casa.

Commenti
Marco

Ma ci mancherebbe che ci togliessero anche questo. Con la globalizzazione tutto è omologato, una città uguale all' altra, con perdita di ogni identità. Lasciateci almeno il Campanone.

Francesco Giuseppe

Ridicolo solo pensarlo. Evidentemente la persona che lo chiede non è Bergamasca! Sarebbe come definire inquietanti le urla ai mercati di Napoli. Ogni popolo ha le sue tradizioni, nate per vari scopi e poi rimaste.

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