Storie e leggende

Il Drago della Corna Rossa sopra Zogno e la folle prova di coraggio di un giovane

Nel bosco che un tempo era conosciuto come la Valle di Boer, nascosto dalle cavità che la montagna gli offriva, pare vivesse un terribile serpente alato che tormentava gli abitanti della zona...

Il Drago della Corna Rossa sopra Zogno e la folle prova di coraggio di un giovane
Pubblicato:
Aggiornato:

di Angelo Corna

Dal drago di Santa Brigida ai misteri della "costola" del Santuario di Sombreno, fino ad arrivare al più celebre Tarantasio: sembra che la Pianura Padana (e la provincia bergamasca) abbiano vissuto un’epoca distinta da draghi e mostri alati.

Ma, oltre alle storie già citate, c’è ancora una leggenda che lega un serpente volante alle nostre montagne. È il Drago della Corna Rossa, una curiosa altura che si erge alle spalle di Zogno, collocata in quel bosco che un tempo era conosciuto come la Valle di Boer. Tra questi anfratti, nascosto dalle cavità che la montagna gli offriva, pare vivesse un terribile serpente alato che tormentava gli abitanti della zona. Calata la notte, la creatura si lanciava in scorribande sull’abitato e nei dintorni del campanile della chiesa, spaventando gli zognesi che non si azzardavano a uscire di casa durante le ore notturne. Il serpente volante, durante queste evoluzioni, stringeva tra i denti una boccia d’oro che emetteva una luce sfavillante, tanto da sembrare una stella.

Corna Rossa 2
Foto 1 di 6
Corna Rossa 3
Foto 2 di 6
Corna Rossa 4
Foto 3 di 6
Panoramica sull'abitato di Zogno dalla vetta del monte Costone, nel centro la Corna Rossa
Foto 4 di 6
Statua di san Lorenzo sul campanile di Zogno
Foto 5 di 6

Statua di san Lorenzo sul campanile di Zogno

Zogno sullo sfondo il campanile della parrocchiale
Foto 6 di 6

Zogno e, sullo sfondo, il campanile della parrocchiale

La boccia diventò, col tempo, la vera curiosità degli abitanti del paese, che ormai si erano abituati ai passaggi del drago volante. Il serpente all’arrivo dell’alba era solito fermarsi al limitare della valle, nei pressi di un laghetto, per fare il bagno e abbeverarsi, appoggiando il suo tesoro sopra un grosso masso posto poco lontano. Un giovane del paese, desideroso di mostrare il suo coraggio, decise così di approfittare di questo momento per impadronirsi della curiosa reliquia. Ma, afferrato il manufatto, venne pervaso da un forte calore e improvvisamente si irrigidì, restando pietrificato sul posto. Si racconta che il malcapitato venne liberato solo il giorno dopo grazie alle numerose preghiere dei familiari e del parroco di Zogno, accorsi in suo aiuto.

Ma la leggenda non finisce qui. Per tenere il drago lontano, venne posta sul Canto Alto una grande croce, mentre sulla sommità del campanile del paese venne collocata la statua di San Lorenzo. E così, con il tempo, le scorribande del serpentone della Corna Rossa si sono affievolite, fino a scomparire. Oggi ne resta solo il ricordo… O chissà, forse il serpente aspetta solo di essere risvegliato.

Seguici sui nostri canali