Cinque ragioni per amare Bergamo
C’è una rivista in America, dal nome New York Magazine, che da 10 anni a questa parte dedica il suo numero di dicembre alle ragioni per amare New York. In sostanza, l’anno appena trascorso ripercorso attraverso fatti, notizie, curiosità che devono rendere gli abitanti della Grande Mela orgogliosi di essere abitanti di quella fantastica città.
Sappiamo benissimo che Bergamo non è proprio New York e anche che noi di Bergamo Post non siamo un giornale con lo stesso peso del mensile sopracitato. Siamo giovani (giovanissimi anzi) e stiamo ancora crescendo. Ma in questi nostri primi 6 mesi di vita abbiamo sempre tentato di offrire a voi lettori uno sguardo diverso, sia su Bergamo che sull’Italia e sul mondo. Uno sguardo positivo, che non dimentica ciò che non va, ma che cerca sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto. È una scelta, che può piacere o meno. Seguendo questa nostra personale stella polare, abbiamo tentato di offrire uno sguardo sulla nostra città il più possibile positivo. Perché Bergamo ha tanto di bello da raccontare, da offrire. Talmente tanto che anche noi bergamaschi, spesso, ce ne dimentichiamo. Così, in vista della fine di questo 2014 per noi così importante, vorremmo ripercorrere insieme a voi i nostri primi mesi di vita offrendovi 5 buoni motivi per cui Bergamo va amata, per cui essere orgogliosi di avere le nostre radici ben piantate nel capoluogo orobico e nella sua ricca provincia.
1) Perché Bergamo è bella
Un po’ banale forse, ma neanche poi così tanto. Bergamo è una città ricchissima di bellezze, con un fascino tutto suo, eppure siamo proprio noi bergamaschi i primi a non ricordarlo o addirittura a non saperlo. Come si può invogliare i turisti a venire a visitare la nostra città se siamo proprio noi i primi a non conoscerla? Per questo ci siamo impegnati (e continueremo a farlo) per riscoprire la bellezza di Bergamo. Una bellezza che ci si para davanti inaspettatamente, come dopo una giornata di pioggia intensa, con la città che si illumina di nuovi colori e luci e che vi abbiamo raccontato attraverso alcuni bellissimi scatti. Oppure la poesia per immagini dell’arrivo dell’autunno, o le fantastiche fotografie di 6 ragazzi che sono scesi in strada il 27 dicembre, alla prima neve, regalandoci immagini di rara bellezza. Una grande ricchezza, inoltre, è Città Alta. Bisogna saperla valorizzare però, come è accaduto in occasione della Notte Bianca di Natale. Della bellezza di Città Alta, poi, se ne sono accorti anche i pubblicitari di Sky, che proprio lì hanno ambientato il loro spot natalizio.
Quello che abbiamo cercato di fare attraverso i nostri articoli, inoltre, è stato riscoprire degli angoli nascosti di Bergamo. Ve ne abbiamo raccontati cinque, bellissimi e poco conosciuti, ma abbiamo anche voluto raccontarvi i capolavori artistici nascosti in 10 chiese della città e che, purtroppo, pochi conoscono. Infine, in un articolo che avete particolarmente apprezzato, abbiamo chiesto ad un giornalista milanese affezionato a Bergamo di raccontarci, con occhio oggettivo, alcuni motivi per cui vale la pena visitarla. E così, tra Promessi Sposi, Le Corbusier, l’arte di Giovan Battista Moroni e la buona cucina, ci ha fornito un dipinto a parole che è il miglior spot per la bellezza della nostra Bergamo.
2) Perché è apprezzata anche all’estero
Una città bella, però, deve anche sapersi “vendere”. E in questo, Bergamo, ancora un po’ pecca. Ce ne siamo accorti quando, navigando in internet e sfogliando archivi giornalistici, ci siamo imbattuti in un articolo datato 15 settembre 1966. Si elogiava Bergamo, una città che si «adagia nascosta sulla collina», di una bellezza mozzafiato, assolutamente da visitare perché «non sapete cosa vi state perdendo». La nostra sorpresa superò il compiacimento quando ci rendemmo conto che quell’articolo era stato pubblicato sulla testata americana The Miami News. Nella bellissima Miami raccontavano le bellezze della nostra città, usando toni estasiati e appassionati. Una bellissima sorpresa, che abbiamo voluto condividere con voi proponendovi la traduzione dell’articolo. Ma il Miami News non è l’unico giornale anglofono ad aver elogiato le bellezze orobiche: anche il prestigioso Daily Mail, infatti, il 10 ottobre ha pubblicato un articolo del giornalista di viaggi Thomas W. Hodgkinson in cui Bergamo veniva definita un «tesoro glorioso di arte e cultura». Un meraviglioso racconto della nostra città che abbiamo condiviso con voi lettori. Bergamo, però, è molto di più. È anche la sua provincia, bellissima, dove le montagne si alternano fino a diventare colline e poi pianura, un viaggio verticale interrotto talvolta dai meravigliosi scorci dei laghi. Come nel Sebino, terra dove i monti si specchiano sulle rive del lago d’Iseo e che il quotidiano londinese The Guardian ha caldamente consigliato come meta turistica ai suoi lettori attraverso le parole di Joanne O’Connor.
3) Perché è ancorata alle sue tradizioni e al dialetto
Quando abbiamo pensato di offrire ai nostri lettori dei piccoli vademecum per ricordare e omaggiare il dialetto bergamasco, non pensavamo che avrebbero avuto il successo che hanno invece ottenuto. Siam partiti un po’ per gioco, con i 10 insulti (che di volgare, sia chiaro, hanno ben poco). Invece abbiamo scoperto un amore viscerale dei bergamaschi verso le proprie radici, dialettali ma anche culturali. Ed è una bella cosa. Perché una città non è fatta solo di architetture, di luoghi da visitare e di negozi, ma anche di persone, soprattutto di persone anzi. E così, insieme a voi, abbiamo iniziato un viaggio divertente e istruttivo nelle pieghe della tradizione orale orobica. Sorridendo e giocando, siamo entrati nell’essenza di Bergamo e dei suoi abitanti: ironici e sarcastici (tra bestie bergamasche che son anche modi di dire e paragoni animaleschi introvabili in altri dialetti), un po' chiusi e introversi (basta vedere come ci rapportiamo con l’amore, almeno a parole), lavoratori duri e puri (abbiamo ben 10 modi diversi di raccontare il “laurà”), ma, in fondo, con un cuore grande e sempre pronti ad augurare buone feste con il sorriso.
Per tutto questo e perché studiare le parole significa studiare l’animo di chi le usa, continueremo a raccontarvi il nostro dialetto anche nei mesi a venire. Sperando che sia un modo a voi gradito di riscoprire la cultura bergamasca, la sua tradizione e magari anche di riportare alla memoria qualche ricordo sopito.
4) Perché i suoi giovani scommettono sul futuro
Dato che Bergamo Post stesso è un tentativo giovane di innovare e creare qualcosa di nuovo, ci piace raccontare storie di nostri giovani concittadini che, con coraggio, caparbietà e talento, si sono messi in gioco, dando vita a progetti o imprese che sono già un successo o che (speriamo) lo diventeranno. Le storie, insomma, di quei giovani che invece che lasciarsi abbattere dalle tragiche prospettive del nostro Paese hanno preferito rimboccarsi le maniche e battere nuove strade. Come Giorgio Ghisalberti, il 31enne di Sedrina che noi abbiamo ribattezzato lo “sherpa” di Google: nonostante avesse l’opportunità di essere un ricercatore, ha preferito mettersi in gioco entrando nel (poco) fantastico mondo delle partite Iva. Così è nata “Marketing km zero”, la sua azienda dedicata all’ottimizzazione dei siti per i motori di ricerca, sviluppo del sito web e web marketing virale. Lo stesso coraggio l’hanno avuto Filippo Yacob e Matteo Loglio, due ragazzi bergamaschi oramai londinesi d’adozione, che Oltremanica hanno fondato Primo, azienda tecnologica e di design a scopo educativo di cui vi abbiamo raccontato la storia. La tecnologia e la cultura sono alla base anche del progetto di Marco Paccagnella, Luigi Ricco e Manuel Colombo (due trevigliesi e un milanese), fondatori di The iNCIPIT, prima piattaforma italiana di racconti interattivi online. Della sua passione, la musica, Lucian Beierling è riuscito invece a farne un lavoro: questo ragazzo, nato a Londra ma cresciuto a Bergamo, è consulente italiano della società Soundreef, di cui vi abbiamo parlato.
Imprenditore di successo, nonostante la giovane età (ha 25 anni ma è tra i Digital Champions eletti dal premier Renzi), è anche Alberto Trussardi. Estroverso e determinato, si è fatto strada puntando tutto su intelligenza, relazioni e condivisioni. Su queste basi è nato TAG, acronimo di Talent Garden, realtà giovane, dinamica e innovativa che stiamo imparando a conoscere anche in città grazie agli spazi messi a disposizione dalla Banca Popolare di Bergamo nella centralissima Galleria S. Marta, in Piazza Vittorio Veneto.
5) Perché si mangia (e si beve) bene
In Italia è difficile trovare una Regione, o anche solo una città, dove non si mangi bene. Ma spesso l’eccellenza culinaria ed enograstronomica bergamasca viene un po’ sottovalutata e snobbata. Per questo, in molti nostri articoli, abbiamo raccontato delle realtà vincenti in questi settori. Bergamo e la sua provincia sono ricche di ristoranti unanimemente riconosciuti di altissimo livello, premiati con l’ambito riconoscimento della Stella Michelin. E si “nascondono” anche in piccoli comuni, come L’antica Osteria del Camelì, ad Ambivere, comune ai margini dell’isola bergamasca, o come Il Saraceno, che si trova a Cavernago ed è l’ultimo entrato nel prestigioso firmamento Michelin. Non possiamo certamente dimenticare lo scrigno del buon cibo di Almè, cioè il ristorante Frosio, e la bontà essenziale ed elegante del LoRo di Trescore. Indiscusso re degli stellati bergamaschi, però, resta il tristellato Da Vittorio, fiore all’occhiello della cucina orobica e biglietto da visita nostrano anche nelle occasioni più importanti: vi abbiamo raccontato in esclusiva, ad esempio, il prestigioso menù che lo chef Enrico Cerea ha preparato per il pranzo tra il premier Matteo Renzi e il capo di Stato russo Vladimir Putin il 17 ottobre, in occasione del vertice Asem svoltosi a Milano: guancetta di vitello con crema di patate, paccheri al pomodoro, basilico e burrata e merluzzo alla mediterranea in giallo. Una vera libidine.
Una cucina di così alto livello, però, non sarebbe possibile senza delle materie prime di elevata qualità e prodotti che sono vere e proprie eccellenze. Merito di realtà come La Fenice di Grassobbio, un’azienda che importa e distribuisce prodotti gastronomici pregiati, scelti dalle culture di tutta Europa e in particolare di Spagna, a partire dallo squisito Pata Negra, il re dei prosciutti. Innovazione e coraggio c’è invece dietro alla nascita di un’altra eccellenza gastronomica bergamasca: il formaggio Blu di Bufala del Caseificio Quattro Portoni, di Cologno al Serio, che ha conquistato addirittura New York. Non possiamo non menzionare anche la storia e la tradizione del biscotto bergamasco più noto e amato: il Bigio di San Pellegrino Terme. Tutto ciò non avrebbe senso se non potessimo “bagnare” queste bontà con del buon vino. E la perla dei vini orobici è indubbiamente il Moscato di Scanzo, unico DOCG della provincia e prodotto da un antico vitigno coltivato quasi esclusivamente sule colline di Scanzorosciate. Vi abbiamo raccontato tutto questo e anche di più, come la bontà pluripremiata dei panettoni bergamaschi, quello di Da Vittorio (di cui vi abbiamo svelato alcuni piccoli segreti) e quello del Panificio Gamba.