Vengono dalla Valle Brembana e in tavola sono delle eccellenze
Risale al 1956 una celeberrima scena del film Totò, Peppino e …la malafemmina girato dal regista Camillo Mastrocinque, protagonisti due proprietari terrieri campani di scarsa cultura. Catapultati a Milano alla ricerca di un nipote, Totò e Peppino finiscono in piazza del Duomo, dove un vigile urbano risponde stizzito alle loro incerte richieste di informazioni con un perentorio: «…ma da dove venite voi, dalla Val Brembana?». Una battuta ripetuta in mille contesti con l’insuperabile ironia che caratterizzava il grande Totò, accettata bonariamente anche dai Brembani, che ora hanno deciso di fare sul serio.
La festa dei prodotti. A venire dalla Val Brembana sono mele, cereali, zafferano e castagne, protagonisti della Festa di Primavera in programma sabato 7 aprile nell’antica Segheria Pianetti di Olmo al Brembo. Alla base dell’evento ci sono i prodotti territoriali legati all’agricoltura di montagna, che vive anni tribolati per le difficoltà logistiche, l’abbandono progressivo e la denatalità, le politiche aggressive che fanno andare a braccetto multinazionali e grande distribuzione. La via alternativa e sostenibile è stata portata avanti in questi anni da alcune associazioni che ora si uniscono per proporre non solo un evento corale, ma una vera e propria filosofia sostenibile.
A guidare la discesa brembana sulle tavole d’eccellenza dei grandi chef (e su quelle pure accoglienti di tanti buongustai) ci sono i Cerealicoltori Brembani, l’Associazione Frutticoltori e Agricoltori Valle Brembana (AFAVB), i produttori dello Zafferano OLG (Oltre la Goggia) e i Castanicoltori di Averara. Il coordinamento è assicurato da Alto Brembo, l’associazione di promozione turistica e territoriale che raduna undici comuni della Valle dell’Olmo e una settantina fra operatori, aziende agricole e attività turistiche. «L’obiettivo della giornata – spiega Andrea Paleni, giovane sindaco di Cusio e presidente di Altobrembo – è dare visibilità alle buone pratiche in ambito agricolo, nella speranza che sempre più residenti possano essere coinvolti in questo genere di attività. I prodotti tipici sono un biglietto da visita originale e concorrono in maniera decisiva alla scelta e alla percezione che hanno i turisti di una determinata località».
Mais Nostrano e Mela…di Arlecchino. Le tipicità più note della Valle Brembana sono senza dubbio i formaggi, ma nel recente passato un attento lavoro di valorizzazione ha portato alla riscoperta anche dei cereali. L’associazione Cerealicoltori Brembani è cresciuta grazie al lavoro del Crea – Unità di Maiscoltura di Bergamo e alla nuova vita del Mulino di Baresi a Roncobello e del Mulino di Cusio. L’antico seme che caratterizza strepitose polente ed altre specialità è il Mais Nostrano Orobico della Val Brembana, individuato a Lenna, in località Sotto la Corna, nella cascina di Carlo Begnis, grazie al lavoro del ricercato Paolo Valoti. «Una coltura eroica – afferma Valoti – per via delle pendenze e delle altitudini, ma di qualità».
Un’altra eccellenza che in questi anni ha bruciato le tappe e la Mela Val Brembana, riconoscibile da un bollino di qualità che richiama in allestimento e colori le varietà coltivate in Valle e la maschera dei Arlecchino. L’AFAVB, presieduta da Pinuccio Gianati, ha sviluppato un incredibile lavoro didattico, al punto che a Moio de’ Calvi sono attivi sia il Campo Scuola tradizionale L’Arcobaleno delle Mele, sia quello biologico. Le analisi hanno confermato che la Valle Brembana ha ottime peculiarità, addirittura superiori a quelle di zone più rinomate come Valtellina e Trentino, che geograficamente hanno sostanzialmente le stesse dislocazioni i altitudine e latitudine. Appuntamento di riferimento per coltivatori e consumatori è la Sagra della Mela, la nona edizione è già programmata per il 20 e 21 ottobre 2018.
Zafferano e castagne, prelibatezze d’autunno. Lo Zafferano OLG è una delle novità più recenti, ma affonda i propri bulbi in una storia secolare, che vedeva utilizzata la preziosa spezia anche per insaporire e marcare i formaggi di monte della Valle: in questo modo sarebbe nato addirittura, complici i commerci della Serenissima, il Bagoss bresciano. OLG è l’acronimo di Oltre la Goggia, dicitura toponomastica che indica in una roccia fra Camerata e Lenna, la “cruna dell’ago” che segna l’inizio dell’Alta Valle Brembana. Lo Zafferano OLG (pistilli di crocus sativus) è una spezia dal colore inconfondibile, commercializzata in piccoli contenitori di vetro, garanzia di trasparenza e qualità. «Siamo partiti da un progetto che intende ridare dignità e lavoro all’Alta Valle Brembana – sottolinea il presidente Danilo Salvini – e abbiamo già ottenuto concreto riconoscimento da parte di esperti e chef d’alta cucina. È una produzione assolutamente artigianale, che prevede l’immediata lavorazione dei pistilli interi (con relativa essicazione artigianale) in fase di fioritura».
Dulcis in fundo (quantomeno per data di fondazione e stagionalità dei frutti) ci sono le castagne prodotte da piante secolari in territorio di Averara, negli splendidi boschi che fanno da corona all’antica via porticata con la Dogana Veneta che domina l’abitato e alla suggestiva frazione di Redivo. Nel 2015 è stato avviato, grazie al gruppo dei Castanicoltori locali presieduto da Roberto Egman, un lavoro di tutela e recupero dei castagneti e dei sentieri, che toccano anche i mille metri di quota. Le castagne (così come mais e patate, che avevano origini esotiche) garantivano in passato il sostentamento delle comunità locali.
L’unione fa la forza. Sabato 7 aprile sarà l’occasione per mostrare a residenti e brembani le potenzialità di una produzione tipica d’eccellenza. Al mattino, presso l’antica Segheria Pianetti di Olmo (da sola vale una visita) le associazioni promotrici organizzeranno laboratori a tema per i ragazzi della scuola primaria. Dalle 15 alle 17.30 aziende agricole e associazioni presenteranno i propri prodotti, dialogando attivamente con turisti e visitatori. Saranno proposti laboratori esperienziali e ci sarà la possibilità dello scambio semi. Alle 17.30 è in programma una tavola rotonda, destinata a confrontare le varie esperienze, mentre alle 19.30 la cena di chiusura (su prenotazione, qui) offrirà ricette a base di prodotti locali.