Percorsi orobici

L'altro Pizzo del Diavolo delle Orobie

L'altro Pizzo del Diavolo delle Orobie
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Foto di Angelo Corna

 

Tutti conosciamo il Pizzo del Diavolo di Tenda, il Cervino della Bergamasca. Un po' meno conosciuto, ma di enorme soddisfazione, è invece il Pizzo del Diavolo di Malgina. Un'altitudine di ben 2.926 metri posiziona questa montagna tra le dieci vette più alte delle Orobie. Lo splendido anfiteatro che la ospita è nientemeno che la conca del Barbellino, in Alta Val Seriana, dove spiccano le montagne più alte e severe della nostra provincia. Toccare i tremila metri di quota significa quasi toccare il “tetto delle Orobie”, primato che spetta al re indiscusso della zona: il Pizzo Coca. La salita al Diavolo permetterà all'escursionista di assaporare un ambiente eccezionale, reso ancora più appagante dai panorami presenti. Un percorso completo sotto ogni aspetto che si snoda inizialmente nel bosco, per poi aprirsi alla splendida conca che ospita i giganti orobici, rivelando perle sconosciute ai più, come il lago alto di Malgina.

 

 

La partenza. Non sarà una passeggiata... Raggiungere il Diavolo di Malgina, sopratutto in giornata, è un'esperienza per pochi. Il sentiero vede il suo via da Valbondione ed è marchiato dal segnavia CAI 305. In circa due ore e mezza di cammino nel bosco, ci porta al Rifugio Antonio Curò e al suo bellissimo ostello di recente costruzione. Un'escursione già di tutto rispetto, che copre i sette km e i mille metri di dislivello positivo. I meno allenati possono fermarsi a pernottare e dividere così l'escursione in due giorni, assaporando le prelibatezze del posto e le meraviglie del lago del Barbellino, che con i suoi colori verde smeraldo attira ogni anno centinaia di turisti.

Il bello inizia da qui. Se siete "superuomini" e non vi spaventano chilometri e dislivello, il rifugio Curò sarà solo una breve tappa verso il grande obiettivo. La valle si apre sulle montagne più belle e aspre delle Orobie: il Pizzo Coca, proprio alle spalle del rifugio, si staglia verso il cielo mostrando la cresta Ovest in tutta la sua bellezza. Il nostro sentiero continua in falsopiano, con chiare indicazioni per il Rifugio Barbellino e il Lago Naturale. Costeggiamo il bacino artificiale del Curò risalendo una vecchia mulattiera militare. In questo tratto la vale è ricca di acqua, che forma vere e proprie vasche rinfrescanti, sempre che abbiate il coraggio di entrare. I vari affluenti danno vita, qualche chilometro sotto di noi, al neonato fiume Serio. Noi continuiamo e poco prima di raggiungere il Rifugio Barbellino troviamo, poste sopra un grande masso, le indicazioni per il Lago della Malgina. Pieghiamo a sinistra, abbandonando la carrareccia e iniziando a risalire lungo il sentiero CAI 310. Il paesaggio, giunti al Lago di Malgina (m. 2.339) muta ancora: l'erba inizia a lasciare posto alle rocce e al tipico paesaggio di montagna. Torrioni e pinnacoli fanno da padroni tra vette che superano i 2.700 metri di quota. Siamo nel regno dello stambecco e dell'aquila, padroni incontrastati di questo luogo magico dove dominano la pace e il silenzio.

2 - Lago artificiale del barbellino
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Lago artificiale del Barbellino

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4 - Lago basso di Malgina
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Lago basso di Malgina

5 - Lago alto di Malgina
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Lago alto di Malgina

6 - Lungo la pietraia
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Lungo la pietraia

7 - Attenzione all'imperatore
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9 - Panorama
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10 - Panorama
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13 - Ritorno
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Panoramica 1
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Panoramica 2
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Una pausa al lago è più che meritata. Chi intende raggiungere la vetta in giornata, merita qualche istante di relax in questo bellissimo bacino. Ormai abbiamo raggiunto le quattro ore di cammino e superato ampiamente il 1.300 metri di dislivello. Il nostro sentiero sale a sinistra del lago, lungo un'instabile pietraia dove a tratti è ancora presente la neve. Con calma, passo dopo passo, risaliamo fino a sbucare alla conca che ospita il Lago Alto di Malgina (m. 2.520), perla orobica di origine naturale. Fino a qualche anno fa il lago era coperto della neve, che celava la sua esistenza. Con l'innalzamento delle temperature degli ultimi anni, però, anche questo bacino di origine glaciale è venuto alla luce in tutta la sua bellezza. Meno di cinquecento metri di dislivello (che non sono pochi) ci separano dalla vetta della nostra montagna. La traccia prosegue lungo la spalla del Diavolo, innalzandosi su un ripido sentiero di ghiaia che con un traverso su neve conduce al Passo di Malgina (m. 2.621). Il panorama si apre già su tutte le Orobie e la vicina Valtellina. Gli ultimi trecento metri di dislivello si svolgono in un tipico ambiente alpino, con brevi e facili passaggi di arrampicata lungo il crinale della montagna e la cresta della stessa. Ma ormai ci siamo. Dopo sei ore di cammino raggiungiamo una delle montagne più alte e belle delle Orobie.

Il Pizzo del Diavolo di Malgina, che con i suoi 2926 metri fa da spartiacque tra la provincia bergamasca e la Valtellina, regala uno spettacolo eccezionale, dove lo sguardo può perdersi per chilometri fino a raggiungere, nelle giornate serene, il Monte Rosa e il Cervino. Non ci resta che appoggiare lo zaino e goderci un po' meritato riposo. Il ritorno può essere percorso dalla via di salita, ma chi vuole compiere un appagante diversivo può scendere dal versante W in direzione della Valmorta e del Rifugio Curò in circa tre ore. Questa escursione tocca i duemila metri di dislivello positivo e raggiunge i trenta chilometri di cammino. È da affrontare con un buon allenamento e buona condizione fisica, valutando scorte d'acqua e cibo per quelle che possono essere anche dieci ore di escursione. Gli ultimi trecento metri di dislivello si svolgono in un'ambiente prevalentemente alpino, con facili passaggi di primo grado su roccia che vanno affrontati con le giuste energie. L'escursione può essere spezzata in due giorni, in modo da raggiungere la cima con energie sufficienti a godersi la gita, pernottando nei rifugi presenti.

 

 

Curò, il nuovo ostello e il Barbellino. Per il rifugio Curò non servono presentazioni: posto nelle vicinanze delle bellissime cascate del fiume Serio, in posizione panoramicissima, attira ogni anno centinaia di escursionisti e appassionati. Il rifugio offre cento posti letto ed è un vero paradiso della cucina bergamasca. L'enorme affluenza di turisti ha dato vita negli ultimi anni all'Ostello al Curò, struttura adiacente al Rifugio che può ospitare altre 38 persone. Chi invece ama la pace e la tranquillità, può continuare lungo il segnavia CAI 308 e raggiungere il Rifugio Barbellino, situato nei pressi del Lago Naturale a metri 2.120. Il rifugio sorge in posizione strategica per cimentarsi nelle principale vette della zona, come il Pizzo Strinato, il Pizzo del Diavolo e il Monte Torena. Il cielo stellato, la cordiale accoglienza e la cucina tipica renderanno il soggiorno ancora più interessante.

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