Tragedia di Boltiere, il piccolo Karim è morto soffocato. Autorizzato il funerale

È morto soffocato Karim Bamba, il bambino di 10 anni che martedì 19 maggio è rimasto schiacciato dal portellone di un cassonetto della Caritas per la raccolta degli abiti usati a Boltiere. È questo l’esito dell’autopsia eseguita ieri (lunedì 25 maggio) all’ospedale Papa Giovanni XXIII sulla salma del piccolo.
L’esame autoptico era stato disposto dal pubblico ministero Emanuele Marchisio, che per fare chiarezza in merito alla morte di Karim aveva aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo contro ignoti. Per questa stessa ragione è stato sequestrato il cassonetto, sul quale è stata disposta una perizia per capire se a causare la tragedia sia stato un malfunzionamento del portellone.
La procura ha anche autorizzato lo svolgimento del funerale del bimbo, deceduto all’arrivo in ospedale. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Karim, nel pomeriggio di martedì 19 maggio, è uscito dalla casa in cui viveva con la mamma (una donna siciliana di 37 anni), il papà (di origine ivoriana) tre fratelli e una sorella per andare da solo al cassonetto della Caritas. Stando alle testimonianze dei residenti della zona, questo era un gesto usuale per il piccolo, che ogni tanto prelevava alcuni abiti per sé e la propria famiglia, che vive in condizioni di difficoltà economica. La stessa Caritas, talvolta, donava loro cibo o beni di prima necessità. Martedì pomeriggio il piccolo si sarebbe sporto all’interno del cassonetto che però si è chiuso improvvisamente: il portellone ha bloccato Karim nell’ingranaggio all’altezza dello sterno.
Il corpicino di Karim è stato notato soltanto intorno alle 20 da una passante, che ha subito dato l’allarme e chiamato i soccorsi. Sul posto è arrivata anche la madre che ha cercato di liberare bimbo. Purtroppo non c’è stato nulla da fare. Per liberare Karim si è reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco, che hanno dovuto tagliare il cassonetto. La mamma del piccolo, sotto shock, e gli altri figli sono stati portati in una struttura protetta. Al momento dell’incidente il padre si trovava all’estero, probabilmente in Costa d’Avorio.