Il dibattito

Carretta-Gallera, scontro politico sui numeri delle polmoniti atipiche negli ospedali

Il consigliere regionale bergamasco di Azione è riuscito ad avere i dati relativi all'ospedale di Alzano, che hanno alzato un bel polverone. Ats ha smentito, in parte, le conclusioni tratte da quei dati e l'assessore regionale ha attaccato a testa bassa

Carretta-Gallera, scontro politico sui numeri delle polmoniti atipiche negli ospedali
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La domanda che un po’ tutti si fanno è la seguente: c’è stato oppure no un incremento nel numero delle polmoniti sospette prima che venisse accertato il primo caso di paziente positivo al Coronavirus nella Bergamasca il 23 febbraio scorso? Il dibattito si è acceso dopo che Niccolò Carretta, consigliere bergamasco di Azione, ha reso noto i dati consegnategli dalla Regione e ricevuti sia dall’Ats di Bergamo sia dall’Asst Bergamo Est in merito ai ricoveri all’ospedale di Alzano.

I numeri dicono che nel mese di novembre del 2018 e del 2019 si sono verificate 18 polmoniti con “agente non specificato”; quindi nel mese di dicembre si passa da 28 a 40, mentre si registrano 52 polmoniti atipiche dall’1 gennaio al 23 febbraio. Questo dato, in particolare, è inferiore ai 68 casi dello stesso periodo del 2019. Tuttavia, come riporta il Corriere Bergamo, nelle comunicazioni del direttore generale dell’Asst Bergamo Est Francesco Locati e dell’assessore al Welfare Giulio Gallera è scritto che da dicembre 2019 al 23 febbraio 2020 risultano ricoverati all’ospedale Pesenti Fenaroli 194 pazienti per polmoniti con codici associabili a un “agente non specificato”.

Dopo la pubblicazione dei dati da parte del consigliere regionale di Azione, l’Ats ha diramato un comunicato contenente i dati provinciali. Dal documento, che indica le polmoniti virali, quelle con “agente non specificato” e le broncopolmoniti (anche in questo caso con “agente non specificato”) la tendenza pare costante dal 2017 al 2020. Carretta ha ora chiesto i dati relativi a tutti gli ospedali lombardi e non soltanto a quelli bergamaschi. Inoltre, ieri (mercoledì 1 luglio) l’assessore Gallera ha replicato spiegando che tra novembre dell’anno scorso e gennaio non ci sarebbe stata nessuna impennata rispetto al passato, criticando apertamente Carretta, il quale ha evidenziato come abbia semplicemente reso nota la risposta data dall’assessore. Nel documento pare che un rialzo ci sia stato, pari al 30 per cento.

Anomalie erano state evidenziate anche dai tanti medici di base e sempre ieri il presidente Attilio Fontana è intervenuto nel merito, aggiungendo che «studi sierologici e lettura a posteriori delle cartelle cliniche confermano la presenza del virus già da diversi mesi. I medici hanno fatto il loro dovere. Se la dottoressa Malara non avesse violato i protocolli ministeriali non avremmo scoperto il virus. Il suo coraggio ci ha concesso di capire che dovevamo attivarci per affrontare un’emergenza da molti ampiamente sottostimata».

L’interrogativo resta quindi al momento aperto. Nonostante il sistema sia stato colto oggettivamente alla sprovvista non è detto che i numeri di polmoniti atipiche potessero rendere manifesta l’emergenza sanitaria che ha colpito la Bergamasca. Il virologo Andrea Crisanti, consulente della Procura di Bergamo nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata zona rossa e la gestione del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano, ha detto: «Non so cosa sia avvenuto ad Alzano, ma il nostro laboratorio riceve polmoniti di ogni tipo da tutto il Veneto: avevamo campioni archiviati da ottobre, li abbiamo testati nuovamente tutti per vedere se rilevavamo coronavirus. Non l’abbiamo trovato».

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