San Giovanni Bianco, per la Cisl «l’ospedale non va chiuso! Va tutelato il diritto alla salute»
In molti temono che l’unico nosocomio presente in tutta la Val Brembana sia ormai avviato alla chiusura
L’ospedale di San Giovanni Bianco, unico nosocomio in tutta la Val Brambana, sembra avviato ad un lento e inesorabile declino, tanto che in molti iniziano a temere che il suo destino sia ormai segnato. Se da un lato i sindaci della Valle minacciano azioni legali qualora l’Asst Papa Giovanni XXIII non ripristini nel più breve tempo possibile i servizi essenziali per la cura dei cittadini, dall’altro è lo stesso sindacato dei medici Anaao Assomed a prendere posizione sostenendo che «ospedali periferici (come quello in questione) non hanno più ragion d’essere». Nel merito è intervenuta anche la Cisl di Bergamo che ha sottolineato come il diritto alla salute non si classifichi in base al fatto che un cittadino abiti in montagna o in pianura, piuttosto che in città o in campagna. «Il territorio bergamasco è un territorio per sua natura complesso, che comprende zone montuose e zone pianeggianti. L’intera provincia è abitata da 1 milione 116 mila persone che hanno lo stesso diritto di poter godere di un efficiente servizio sanitario aldilà del luogo in cui abitano – si legge in una nota -. “La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”: questo è quanto prevede la Costituzione».
Negli ultimi anni i residenti hanno assistito a una continua riduzione dei posti letto, delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali, accompagnati da tagli sia al personale sia a quello di supporto, tanto che per la maggior parte dei servizi la presenza medica è garantita soltanto dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30- 17:30, per un totale di 9 ore.
«Riteniamo irrispettoso nei confronti del personale quanto dichiarato da un’organizzazione sindacale dei medici che fa intendere che l’ospedale non sia sicuro in quanto lo stesso pronto soccorso dovrebbe chiudere in base alle disposizioni regionali, perché non ha i numeri per restare aperto – commentano Angelo Murabito, segretario generale di Cisl Fp Bergamo, e Daniel Abraha, operatore sindacale di Cisl Fp -. Riteniamo che la realtà non possa essere descritta solo attraverso fredde valutazioni numeriche, ma bisogna necessariamente conoscere il territorio di cui si parla. Raggiungere in un’ora il pronto soccorso di un altro ospedale per gli abitanti della Valle è una chimera, in quanto sappiamo tutti che i paesi della Val Brembana sono collegati da un’unica strada e l’eventuale chiusura del pronto soccorso di San Giovanni Bianco creerebbe forti disagi a tutti i residenti».
Tanto che per restare nell’alveo di freddi calcoli numerici, i sindacalisti sottolineano che «nel primo semestre di quest’anno gli accessi al pronto soccorso sono più di 7.500, i ricoveri circa 900. Il tutto con le difficoltà sopra elencate. Riteniamo ingiusto parlare di scarsa sicurezza dopo l’emergenza sanitaria appena vissuta, che ha visto tutto il personale ospedaliero impegnato notte e giorno per garantire la maggiore assistenza possibile. Non crediamo che i professionisti sanitari impegnati all’ospedale di San Giovanni Bianco vogliano andar via, ma crediamo fortemente che necessitino di una strategia concreta al fine di mantenere e rilanciare la stessa struttura sanitaria con politiche incentivanti».