Chiusura e riapertura del pronto soccorso di Alzano, ecco chi sono i primi indagati
Lenti sui vertici della direzione generale Welfare di Regione e dell'ospedale Pesenti Fenaroli. La Procura di Bergamo è al lavoro per appurare eventuali responsabilità penali anche in merito alla mancata zona rossa in Val Seriana
La notizia aveva iniziato a circolare già dalla serata di giovedì 22 ottobre. Tra gli sviluppi dell’inchiesta condotta dalla Procura di Bergamo sulla gestione del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo lo scorso 23 febbraio vi è per la prima volta l’elenco degli indagati. Sotto inchiesta, come riporta Corriere Bergamo, sono finiti Luigi Cajazzo, ex direttore generale Welfare lombardo (rimosso per lasciare spazio a Marco Trivelli), il suo vice Marco Salmoiraghi (carica che ricopre tuttora), la dirigente dell’Unità organizzativa Polo ospedaliero del Welfare lombardo Aida Andreassi, il direttore generale dell’Asst Bergamo Est Francesco Locati e il direttore sanitario della stessa Roberto Cosentina.
Ieri la Guardia di Finanza ha bussato non soltanto agli uffici della direzione generale Welfare del Pirellone per acquisire documenti e materiale presente su computer e telefoni di funzionari e dirigenti regionali necessari alle indagini. I magistrati vogliono fare chiarezza non soltanto sulla chiusura e pressoché immediata riapertura del pronto soccorso alzanese, quando si scoprirono i primi pazienti positivi al Coronavirus in Bergamasca, ma anche sulla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana per stabilire eventuali responsabilità penali.
La chiusura e riapertura del pronto soccorso del Pesenti Fenaroli, secondo una memoria scritta dal direttore generale dell’Asst Bergamo Est, cui fa capo anche l’ospedale seriano, derivò da un ordine della Regione.