Da domenica 24 gennaio

Lombardia in zona arancione (avevano sbagliato!): riaprono i negozi e si torna a scuola

Il sindaco Gori: «Sarà possibile riaprire le scuole medie e riportare in classe, al 50 per cento, anche gli studenti delle superiori». A quanto pare, settimana scorsa qualcuno ha usato i dati sbagliati (pazzesco)

Lombardia in zona arancione (avevano sbagliato!): riaprono i negozi e si torna a scuola
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Dopo i dubbi del pomeriggio, adesso è ufficiale: la Lombardia, da domenica 24 gennaio, torna in zona arancione. La cosa assurda è che i lombardi avrebbero vissuto una settimana di restrizioni da zona rossa... per errore. Uno sbaglio che, secondo indiscrezioni riportate per prime dal Corriere della Sera, a detta del Governo sarebbe stato compiuto dai tecnici regionali, che avevano calcolato un valore dell’indice Rt di molto superiore a quello che invece è stato rettificato oggi, venerdì 22 gennaio, dall’Istituto superiore di sanità, pari a 0.82.

Una ricostruzione dei fatti che però il presidente Attilio Fontana smentisce categoricamente: «Per quanto riguarda la trasmissione dei dati Regione Lombardia ha sempre mandato dati puntuali, precisi e corretti. Quindi contesto in maniera più vibrata le false notizie che girano circa presunte irregolarità nella trasmissione. I dati sono stati sempre mandati in maniera puntuale, trasparente e precisa».

Pur volendo prescindere dal calcolo dei danni economici e psicologici, ci si domanda come andrà a finire lo scaricabarile di responsabilità tra i diversi livelli istituzionali. «È sconcertante apprendere che la scorsa settimana la Lombardia sia stata indicata come zona rossa per un errore nel calcolo dell’indice Rt - ha commentato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori -. Chi ha sbagliato dovrebbe scusarsi con i cittadini lombardi». E resta comunque il fatto che oggi si è consumata un’ennesima e imbarazzante pagina nella gestione della pandemia, che inasprisce ulteriormente i rapporti già logori tra Palazzo Chigi e il Pirellone.

Il passaggio della Lombardia in una fascia di rischio più bassa è stato comunque accolto con favore dal primo cittadino di Bergamo, che ha sottolineato la possibilità di riportare in classe da lunedì (25 gennaio), almeno al 50 per cento, anche gli studenti delle scuole superiori.

«Il ritorno della Lombardia alla classificazione di zona arancione è una notizia importante innanzitutto per le scuole - ha sottolineato in un messaggio pubblicato su Facebook -. Da mesi le superiori sono costrette alla didattica a distanza e la zona rossa aveva bloccato anche le seconde e terze medie. Da lunedì sarà possibile riaprire le scuole medie e riportare in classe, al 50 per cento, anche gli studenti delle scuole superiori».

Oltre a questo, i negozi potranno riaprire e ci si potrà spostare liberamente all’interno del proprio Comune di residenza, o nell'arco di trenta chilometri da questo (escludendo i capoluoghi di provincia) se il Comune in cui si vive ha meno di cinquemila abitanti.

«Si tratta di una decisione fortemente auspicata e attesa a Bergamo - ha aggiunto Gori - dove gli indici epidemiologici sono da mesi più contenuti che nelle altre province lombarde, e dove pertanto la classificazione di zona rossa appariva particolarmente restrittiva. Proprio per questo nei giorni scorsi, insieme al presidente della Provincia, avevo chiesto alla Regione e al Ministero di valutare una deroga per il nostro territorio».

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