Il grafico interattivo

Se le zone fossero provinciali, Bergamo non sarebbe rossa: la mappa che lo dimostra

È quanto evidenzia il modello di suddivisione dell'Italia non in regioni, bensì in singole province elaborato dal dottor Paolo Spada, medico e curatore della pagina "Pillole di ottimismo". Qui potete osservare i dati di ogni singola area d'Italia

Se le zone fossero provinciali, Bergamo non sarebbe rossa: la mappa che lo dimostra
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E se le zone fossero provinciali? È la domanda che ormai da oltre una settimana si pone la Bergamasca. Purtroppo, la richiesta di deroga avanzata venerdì 15 gennaio dal sindaco Giorgio Gori e dal presidente della provincia Gianfranco Gafforelli, sostenuta da Ats e "condivisa" anche dal luminare del Cts Franco Locatelli, non ha ancora ricevuto risposta da Roma. Ma una cosa è certa: se le zone fossero provinciali, Bergamo non sarebbe zona rossa (un approfondimento al riguardo lo potete trovare anche sul PrimaBergamo in edicola, QUI in edizione digitale). È quanto evidenzia anche il modello di suddivisione dell’Italia, non in regioni ma in singole province, elaborato dal dottor Paolo Spada, medico dell’ospedale Humanitas di Milano.

La mappa interattiva delle province

Il dottor Spada, chirurgo vascolare, è  presidente di EVARplanning, startup innovativa vincitrice del premio BioUpper per le idee imprenditoriali nelle scienze della vita. È un esperto di algoritmi applicati alla medicina e dall’dall’inizio dell’emergenza sanitaria pubblica quotidianamente report sui dati del contagio anche attraverso la la "rubrica" Facebbok di successo Pillole di Ottimismo.

La Bergamasca provincia coi dati migliori

Il suo modello (la fonte dati per quanto riguarda l’incidenza è il Ministero della Salute, mentre quella sulla disponibilità dei posti letto è Agenas), da cui è stata ricavata anche la mappa interattiva che vedete qui sopra, si basa sull'incidenza del contagio da coronavirus sul numero di abitanti, rapportato alla capacità ospedaliera della singola Regione. Secondo i dati riportati nel grafico, l’incidenza nella provincia di Bergamo sarebbe pari a 44 casi ogni centomila abitanti in sette giorni, a fronte di una soglia regionale pari a 151. Un dato confermato nei giorni scorsi anche nel settimanale report dell'Ats Bergamo.

Sempre secondo il grafico elaborato dal dottor Spada, e aggiornato al 20 gennaio 2021, in Lombardia l’incidenza più alta è in provincia di Mantova (220 casi ogni centomila abitanti), seguita da  Sondrio (193) Como (184) e poi Brescia (167). Queste quattro province sarebbero quindi in zona rossa. In generale, la Bergamasca è quella messa meglio in Lombardia, ma addirittura tra le migliori in Italia.

Il commento del dottor Spada

«La distinzione in base all’incidenza provinciale adatta maggiormente la misura alla reale necessità del territorio, valorizzando il senso di responsabilità del cittadino - ha commentato ai colleghi di PrimaLecco il dottor Spada -. Al di fuori delle aree rosse, è ipotizzabile la riapertura delle attività, sottoponendole a contingentamento. La soglia regionale, vincolata alla disponibilità di posti letto (cioè posti non occupati da pazienti Covid), in particolare in Area Critica, tiene conto della possibilità che alla vaccinazione delle fasce di popolazione a rischio faccia seguito una graduale riduzione del ricorso a misure restrittive».

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