Lo spiraglio

Deroga alla zona rossa per Bergamo? Possibile. Parola di Franco Locatelli

Il presidente (bergamasco) del Consiglio superiore di Sanità, componente del Comitato tecnico scientifico, apre alla possibilità di misure differenziate in un’intervista di L’Eco

Deroga alla zona rossa per Bergamo? Possibile. Parola di Franco Locatelli
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Per Bergamo una deroga è possibile. Da oggi la Lombardia torna zona rossa, ma Franco Locatelli, bergamasco, presidente del Consiglio superiore di Sanità e componente del Comitato tecnico scientifico, apre alla possibilità di misure differenziate. «L’indice Rt della Lombardia è alto, ma credo che per Bergamo, dati i numeri, i valori di incidenza e la memoria immunologica dopo il pesantissimo prezzo pagato in primavera durante la prima ondata, una valutazione di alleggerimento debba essere fatta. E la deroga è prevista dal Dpcm, d’intesa con la Regione.

Se venisse prodotta un’analisi epidemiologica provinciale molto dettagliata, la più completa possibile, potrebbe poi essere discussa dalla cabina di regia del monitoraggio. E così Bergamo potrebbe anche ottenere una deroga dalla zona rossa: uno spiraglio lasciato aperto da Franco Locatelli, bergamasco, presidente del Consiglio superiore di Sanità e componente del Comitato tecnico scientifico, intervistato da L’Eco di Bergamo:

«L’indice Rt della Lombardia è alto, ma credo che per Bergamo, dati i numeri, i valori di incidenza e la memoria immunologica dopo il pesantissimo prezzo pagato in primavera durante la prima ondata, una valutazione di alleggerimento debba essere fatta».

La deroga è prevista dal Dpcm, d’intesa con la Regione, sostiene Locatelli. Che valuta molto positivamente le misure attuate per le feste e i lavori fatti per i vaccini: «I cali di consegne di Pfizer sconcertano, ma dal 25 si torna a regime», aggiunge.

La richiesta di deroga. Il sindaco Giorgio Gori e il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli hanno inviato una lettera al presidente della Regione Attilio Fontana e all’assessore Letizia Moratti perché tengano conto della richiesta del territorio orobico e se ne facciano portavoce al Ministero della Salute, chiamato in questi giorni a disegnare il livello di rischio del nostro Paese.

«La situazione del nostro territorio – scrivono Gori e Gafforelli – probabilmente proprio in ragione dell’estesa platea di cittadini entrati in contatto con la malattia nella scorsa primavera, intorno al 30 per cento della popolazione secondo le diverse indagini sierologiche condotte nei mesi successivi, oltre che in ragione di una diffusa consapevolezza, tra i cittadini bergamaschi, riguardo alla necessaria osservanza delle regole volte alla prevenzione dei contagi, appare in questa fase peculiare. Il dato crediamo più significativo è quello relativo all’incidenza dei nuovi contagi, indicatore che colloca la provincia di Bergamo, con 61 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, ben al di sotto della media regionale (122) e ancor più dei territori (Mantova, Como, Sondrio, Milano, Varese) che presentano valori superiori a 200».

Ma Fontana ha risposto picche. Chissà che ora, dopo le parole di Locatelli, non ci ripensi.

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