Parking Fara, le associazioni: «Comune inamovibile, non si esplorano alternative»
Le associazioni per Città Alta e Colli, Italia Nostra e Legambiente venerdì scorso (12 febbraio) si sono confrontate con il sindaco Giorgio Gori e l’assessore alla mobilità Stefano Zenoni per aprire un dialogo sul travagliato cantiere allestito sulle Mura
Palazzo Frizzoni tira dritto in merito alla funzione che avrà il nuovo parcheggio in via di costruzione alla Fara, confermandone il progetto già noto e senza lasciare nessun margine di revisione. Una scelta che però è stata maldigerita dalle associazioni per Città Alta e Colli, Italia Nostra e Legambiente che venerdì scorso (12 febbraio) si sono confrontate con il sindaco Giorgio Gori e l’assessore alla mobilità Stefano Zenoni per aprire un dialogo sul travagliato cantiere allestito sulle Mura.
In particolare, le associazioni hanno chiesto un ripensamento per un utilizzo alternativo di quell'area, che fosse veramente al servizio di Città Alta e che ne ridimensionasse l’impatto finale sul centro storico. «La proposta di un utilizzo differenziato multifunzionale con la riduzione dei parcheggi e la loro destinazione ai residenti, la presenza di un hub carico-scarico merci e noleggio bici avanzata nel corso della riunione è stata ascoltata, ma categoricamente non presa in considerazione – sottolineano le associazioni -. Questi impieghi alternativi non garantiscono, secondo l’amministrazione, il ritorno economico dell'investitore (Bergamo parcheggi è a prevalenza di proprietà di un soggetto privato, Atb in minoranza) oppure non necessitano di partecipazione da parte dei cittadini e quindi vanno scartati a priori. Resta la convinzione dell’utilità del parcheggio anche per liberare alcune piazze e destinare ai soli residenti i parcheggi in piazza Mercato del Fieno e sulle Mura».
Un ripensamento del progetto era già stato chiesto a maggio in virtù del cambio, dovuto alla pandemia, delle abitudini di vita e soprattutto della mobilità urbana. «Nonostante la mobilità cittadina sia cambiata in questi anni e di più lo sarà nei prossimi – aggiungono - nonostante il progetto sia vecchio di 20 anni, si ritiene conveniente rimanervi ancorati, senza nemmeno esplorare possibilità alternative. Saper cambiare modelli e progetti a fronte di quanto sta accadendo, riteniamo che sia dimostrazione di capacità d’amministrazione: una transizione ecologica che punti sempre di più su mobilità sostenibile e tutela dell'ambiente e della salute».
«Nonostante tutto, non vogliamo rinunciare a sperare in un doveroso ripensamento su un progetto ecologicamente sbagliato – concludono le associazioni per Città Alta e Colli, Italia Nostra e Legambiente -, oggi e per le future generazioni, ci appelliamo alle sensibilità, intelligenze e professionalità di cittadini e associazioni perché attivino partecipazione e supportino con idee e proposte un diverso destino, più sostenibile, per questo luogo».