C'è un traffico bestiale, a Bergamo quartieri assediati. E i cantieri in corso non aiutano
Ci eravamo abituati bene, il ritorno alla vita lo stiamo passando in coda. Fotogallery e mappa degli ingorghi
di Paolo Aresi
Non prendiamocela più di tanto con l’amministrazione comunale, perché Gori e soci non c’entrano granché. È così dappertutto, tra Bergamo, Milano, Brescia, perlomeno. Le strade risultano intasate da migliaia e migliaia di veicoli che si riversano sull’asfalto dall’alba e sembrano non conoscere pause: se prima c’erano le “ore di punta” e dopo le 9 il traffico respirava, oggi si va avanti senza sosta, solo con lievi cali e pronte riprese. Abbiamo monitorato la situazione il 13 maggio, un qualsiasi giovedì mattina, dalle 7.30 alle 9.30, in diversi punti della città. E il risultato è quello che vedete nelle fotografie.
È vero, ci sono tre lavori in corso che incrementano le difficoltà: si trovano in via Corridoni, in via Tremana e all’incrocio tra via San Giovanni Bosco e via Bonomelli, al ponte della ferrovia. In via Tremana il traffico è sbarrato in entrambe le direzioni, in via San Giovanni Bosco è vietato soltanto per chi passa sotto il ponte per immettersi in via Bonomelli; in via Corridoni i lavori hanno dimezzato la strada e il passaggio è vietato per chi va in direzione Redona.
In una città angusta, dove l’equilibrio del traffico viaggia sul filo del rasoio, tre lavori in contemporanea sono forse troppi per non avere conseguenze importanti su tutta la circolazione. Ma non sembra questo il problema principale. Il fatto è che da un lato sono aumentate le corse degli autobus che in questo modo suppliscono al fatto di non venire riempiti al cento per cento. In secondo luogo ci sono gli ingressi scaglionati degli studenti che “spalmano” il traffico in una fascia oraria più ampia.
Ma, soprattutto, l’impressione è che, comunque, e ancora di più che in passato, la gente scelga di muoversi in automobile. Abbiamo osservato l’interno delle vetture per verificare il tasso di riempimento: più o meno, ogni dieci-dodici auto con un solo viaggiatore (il guidatore) ne capitava una con due persone a bordo. Un tasso di riempimento sconfortante. Ma che fine ha fatto, per esempio, il “car sharing”? Ovviamente, il pericolo del contagio l’ha sconsigliato. Per cui ancora più che in passato, è difficile che qualcuno condivida l’automobile con amici o conoscenti o colleghi.
Il risultato è un disastro per l’ambiente cittadino. Un fiume di polveri sottili, di benzene, biossido di azoto, anidride carbonica. Che va a peggiorare l’atmosfera della città. (...)