Omicidio di Carol Maltesi, il pm ha chiesto l'ergastolo per Davide Fontana
Il bancario 44enne uccise in maniera efferata la ragazza, poi ne fece a pezzi il cadavere ed abbandonò i resti a Paline di Borno
Chiesto l'ergastolo con isolamento diurno per due anni nei confronti di Davide Fontana, 44 anni, reo confesso dell'omicidio di Carol Maltesi, 26 anni, avvenuto a Rescaldina (Milano) nel gennaio 2022 e il cui corpo venne poi ritrovato, fatto a pezzi e semibruciato, tra le province di Bergamo e Brescia.
Il pm Carlo Alberto Lafiandra ha inoltre chiesto un risarcimento di due milioni di euro per il figlio della donna e si cinquecentomila euro a testa per il padre e la madre della giovane. Il 13 ottobre 2022, il gup di Busto Arsizio, nel cui tribunale si sta svolgendo il processo, aveva rigettato la domanda di rito abbreviato avanzata dalla difesa di Fontana, che puntava, in caso di risposta affermativa, alla riduzione della pena di un terzo.
L'omicidio della donna
Si tratta di una vicenda particolarmente efferata, ricordata soprattutto perché l'uomo, dopo aver ucciso la giovane, ne fece a pezzi il cadavere conservando i resti in un congelatore, per poi disfarsene a Paline di Borno, al confine tra Brescia e Bergamo. Luogo dove, a marzo dello stesso anno, furono poi ritrovati in un dirupo a lato della provinciale 5, che collega la Val di Scalve alla Val Camonica.
Le dinamiche del delitto e l'arresto dell'assassino
Secondo quanto emerso dagli interrogatori, l'imputato avrebbe assassinato la ragazza mentre giravano un video hard estremo. Lei e l'omicida, infatti, avevano avuto in passato una breve relazione poi finita, ma avevano continuato a girare occasionalmente dei video su Only Fans. Nel corso della scena, stando a quanto dichiarato dal bancario 44enne, colpì prima Carol alla testa con un martello, poi la finì alla gola con un coltello. Ordinò poi un congelatore a pozzetto su Amazon, dove conservò le parti della vittima dopo averla dissezionata.
In seguito, tentò di bruciarne i resti mentre si trovava in un bed and breakfast in una zona isolata, senza riuscire nell'intento. Decise così di chiuderli in dei sacchi di plastica, di cui si disfò in un secondo momento proprio a Borno. Fece anche finta per qualche settimana di essere la ragazza, rispondendo ad amici e parenti tramite messaggi dal suo cellulare. Questo fino a quando non venne messo alle strette dagli investigatori, confessando il delitto.