La decisione

Omicidio di Carol Maltesi, negato il rito abbreviato all'assassino Davide Fontana

Il 43enne reo confesso puntava alla riduzione di un terzo della pena. In aula ha detto: «Sono pentito, non ho premeditato nulla»

Omicidio di Carol Maltesi, negato il rito abbreviato all'assassino Davide Fontana
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La richiesta era stata avanzata lo scorso 6 ottobre: Davide Fontana, il 43enne reo confesso dell’omicidio della 26enne Carol Maltesi, voleva il rito abbreviato. Una richiesta che, se accolta, gli avrebbe ridotto la pena di un terzo, in caso di condanna. Ma oggi, 13 ottobre, il gup di Busto Arsizio la rigettato la domanda avanzata dai legali del 43enne.

Il terribile omicidio

Carol Maltesi

L’uomo aveva avuto una breve relazione con Carol Maltesi, sua vicina di casa. Il movente dell’omicidio sarebbe stata la gelosia: Fontana aveva paura che Maltesi si allontanasse da lui, andando a vivere a Verona per stare più vicino al figlio, che vive con il padre, suo ex compagno. Per questo, stando a quanto raccontato agli inquirenti, il 43enne ha ucciso la donna a martellate mentre giravano un video hard estremo.

Successivamente, Fontana ha fatto a pezzi il cadavere e, dopo averlo tenuto per diverso tempo in un congelatore (appositamente comprato online), lo ha poi abbandonato in dei sacchi della spazzatura a Paline di Borno, al confine tra la provincia di Brescia e la Bergamasca, dove è stato ritrovato il 20 marzo scorso. Non solo: il killer ha finto per settimane di essere la vittima, rispondendo ai messaggi al suo posto, fino a quando non è stato trovato il corpo di Maltesi ed è stato messo alle strette dagli inquirenti.

«Sono pentito»

Davide Fontana

Sul 43enne pende l'accusa di omicidio volontario, distruzione di cadavere e occultamento, oltre che sevizie e crudeltà. Il quadro generale fa pensare alla più dura delle condanne: carcere a vita. Come detto, il rito abbreviato gli avrebbe consentito di ottenere una riduzione di un terzo della pena. Ma il gup ha detto di no. E ciò nonostante la dichiarazione spontanea rilasciata in aula da Fontana: «Sono pentito, non riesco a guardare in faccia i genitori di Carol. Non ho premeditato nulla».

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