Omicidio del professor Errico a Entratico: assolti anche in appello i due operai indiani
I giudici bresciani hanno dichiarato Surindel Pal e Mandip Singh non colpevoli per la formula dubitativa, ovvero mancata prova
Assolti la scorsa giornata (venerdì 12 gennaio) anche in Appello, con la formula dubitativa - quindi per il mancato raggiungimento della prova - i due operai indiani a processo per la morte di Cosimo Errico, professore 58enne del Natta di Bergamo, ucciso nell'ottobre 2018 alla "Cascina dei Fiori" di Entratico.
La tesi dell'Accusa
Al 59enne Surindel Pal era contestato dalla Procura l'omicidio dell'insegnante, mentre al 39enne Mandip Singh il favoreggiamento del connazionale, che per i magistrati avrebbe coperto il coinquilino dell'appartamento di Casazza.
Entrambi gli imputati lavoravano alla fattoria didattica di Errico e la tesi dell'Accusa era che Pal avesse assassinato il suo datore di lavoro per motivi economici: con problemi di alcol e propenso in passato ai furti, il sospetto dei pm era che quel giorno, dopo essere arrivato a casa intorno alle 17.05, avesse deciso di fare ritorno alla cascina, per prendere il denaro lasciato da una scolaresca passata in gita quella mattina. I 632 euro, in contanti, lasciati dalla comitiva non sono più stati trovati.
L'ipotesi era che l'operaio, scoperto dall'insegnante, lo abbia ferito gravemente con 23 coltellate e che, una volta a terra agonizzante, avesse provato a dargli fuoco, il tutto tra le 18.39 e le 18.51. In seguito, l'indiano sarebbe tornato di nuovo a casa in bicicletta.
Le traduzioni delle intercettazioni
Al centro dell'udienza, come riportato oggi da L'Eco di Bergamo, ancora una volta le intercettazioni ambientali durante il ritorno a Casazza, in autobus, dei due immigrati convocati in caserma a Bergamo per essere interrogati. Nella traduzione a disposizione dell'Accusa, si intuirebbe che Pal avesse ucciso qualcuno, mentre in quella della Difesa si parlerebbe di una persona da picchiare, per gli avvocati un coinquilino dei due che non voleva pagare l'affitto.
Il sostituto procuratore generale ha chiesto il rinnovamento dell'istruttoria, ritraducendo la conversazione registrata sul pullman, poi la condanna all'ergastolo per il 59enne ed a 4 anni per il 39enne. I legali hanno invece domandato la riconferma dell'assoluzione. Dopo due ore di camera di consiglio, i giudici di Brescia hanno riconfermato la sentenza del tribunale bergamasco.