Ritardi e modifiche: quanti problemi per i pendolari, lo dimostrano gli "alert"
In totale, sono 349 le notifiche arrivate nel corso della scorsa settimana (da 13 al 19 gennaio), le maggior parte nelle fasce di studenti e lavoratori
I pendolari sono (purtroppo) abituati, ai tanti avvisi che ogni giorno arrivano a chi ha con sé un'app Trenord e questi alert, se raggruppati, riescono davvero a dare l'idea della difficile situazione dei bergamaschi che si spostano su ferro.
In totale, sono 349 le notifiche arrivate nel coso della scorsa settimana (da lunedì 13 a domenica 19 gennaio) secondo quanto riportato da un'articolo de L'Eco di Bergamo che approfondisce proprio l'aspetto dei tanti, troppi avvisi arrivati, tra ritardi, variazioni nelle fermate, soppressioni parziali o totali. Il picco di segnalazioni è stato raggiunto non a caso il mercoledì, nel pieno della settimana lavorativa (68), mentre il numero più basso riguarda il weekend, quando di corse ce ne sono meno.
Ritardi a catena
Uno degli avvisi più ricorrenti è infatti quello che spiega il ritardo di un treno «perché è stato necessario attendere il transito di altri treni». Di per sé, può sembrare un controsenso, invece è la conseguenza diretta di linee ingolfate. Secondo i dati raccolti sempre da L'Eco di Bergamo questa dicitura compare infatti nel 35,5 per cento dei casi seguita al 27,8 per cento da problemi è al treno (guasti, controlli pre-partenza che si prolungano) e nel 20,3 per cento all'infrastruttura (che fa capo a Rfi e in porzione minima a Ferrovienord), tra problemi agli scambi, passaggi a livello o impianti delle stazioni. Al di là di un 4,4 per di segnalazioni in cui non viene specificata la causa e un 12 per cento di episodi di «forza maggiore».
E l'indennizzo?
Spesso, i ritardi accumulati sono anche solo di cinque o dieci minuti, ma altre volte, e non così raramente, capita che alcuni treni vengano cancellati e altri partano con ritardi superiori. L'altro problema, particolarmente scocciante per i pendolari, sta nel fatto che ormai da una anno la nuova modalità di calcolo delle linee destinatarie dell'indennizzo non considera i ritardi inferiori al quarto d'ora. Eppure, 15 minuti possono fare la differenza, al lavoro, a scuola o nel prendere un'altra coincidenza.
Tratte e orari più colpiti
Su questo impatta anche la linea che si deve prendere, dato che alcuni collegamenti sono più problematici di altri. Sempre basandosi sugli alet, il record va alla linea S5 Treviglio-Varese (la suburbana più usata della Lombardia) che sfrutta il cruciale passante ferroviario di Milano, e poi la Verona-Brescia-Milano (che ferma sempre a Treviglio e anche a Romano, 43 alert). Non stupiscono poi le tantissime segnalazioni che arrivano sulla Bergamo-Milano Porta Garibaldi, che orai da una anno quasi arriva e parte da Ponte San Pietro per quanto riguarda i treni a causa della chiusura del tratto verso il capoluogo per i lavori del raddoppio.
Anche per quanto riguarda gli orari, i numeri dimostrano che gli alert sono più numerosi nelle fasce sia mattutine (tra le sei e le nove), sia pomeridiane ( tra le cinque e le sette) di entrata e uscita dagli uffici (o da scuola) che insieme arrivano al 56,2 per cento delle notifiche.
In Giappone quando un treno arriva in ritardo i rappresentanti della società si scusano con gli utenti. In Italia al massimo si aumentano lo stipendio.