Che emozione!

Ci siamo, è il giorno di Atalanta-Villarreal: per la prima volta ci si gioca tutto al Gewiss

Ci aspetta una serata magica, l'attesa è ai massimi livelli e la speranza è che si possa assistere a una grande partita: il risultato sarà decisivo

Ci siamo, è il giorno di Atalanta-Villarreal: per la prima volta ci si gioca tutto al Gewiss
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di Fabio Gennari

Sembra un po' come a Santa Lucia, quando aspetti il momento di correre in salotto o in soggiorno per vedere quali regali sono arrivati. Fiducioso di aver fatto il bravo ma non abbastanza sicuro da perdere la magia del dubbio, l'incertezza su cosa sia davvero arrivato. Con la voglia e le emozioni di giungere a quel momento più forti di tutto, anche se da bambino magari l'hai già vissuta altre volte (non tantissime, sei piccino in quel mondo di giganti fatto di adulti con i capelli brizzolati) ma che ti emoziona come fosse la prima.

Oggi è il giorno di Atalanta-Villarreal. Non è  la prima partita da dentro o fuori che viviamo al seguito dell'Atalanta, ma non è mai capitato prima di poterlo fare stando vicini vicini a Città Alta. E a proposito di Santa Lucia: se stasera andasse tutto come speriamo, vogliamo e sogniamo, la prossima volta che ci sarà il nome dell'Atalanta associato alla Champions sarà lunedì prossimo, il 13 dicembre appunto, giorno dei sorteggi degli ottavi.

Niente è sicuro, ci mancherebbe. Per dipingere in modo completo questo splendido quadro serve una vittoria stasera al Gewiss Stadium. Saremo in più di 13mila a sfidare freddo e neve per spingere la squadra a farcela. Non a provarci, a farcela. Perché la base di ogni sogno è la voglia di viverlo e di farsi rapire. Avvolgere. Ammaliare. Poi ci ripensi e lo racconti, come quella volta a Kharkiv dove chi vi scrive è finito con l'aereo dirottato a 350 km dalla sede della partita per nebbia e la mattina della partita ha preso un treno per arrivare a Shakhtar-Atalanta 0-3. Oppure come Ajax-Atalanta, vissuta quasi in solitaria (stadio vuoto) con Muriel che nel finale ha segnato lo 0-1 in piena bufera Gomez.

Atalanta-Villarreal è una partita molto più grande dei novanta minuti che ci attendono. Possiamo andare per la terza volta di fila (e di sempre) agli ottavi di finale di Champions League. Ovvero tra le sedici squadre migliori d'Europa. Ed è una cosa grande perché noi, al tavolo delle grandi, siamo piccoli piccoli. Forti, certo, ma piccoli. Le imprese di quelli come noi appassionano anche chi non tifa Atalanta, perché arrivare a certi traguardi riconcilia con il calcio e con lo sport. E se davvero stasera alle 23, infreddoliti, saremo ancora in Champions bisognerà uscire dallo stadio con le mani in fiamme e senza voce.

Per chi c'era in Serie C e per chi è arrivato dopo, per quelli che non hanno fatto in tempo a vivere questi momento, per questo maledetto virus che ci costringe a vivere senza guardarci il sorriso anche nei momenti più belli, per l'Atalanta e la sua gente che, per i giocatori, sono la coperta calda che ti avvolge nei momenti più difficili. È difficile spiegare cosa significhi questa attesa, solo chi la vive può capirla. E allora aspettiamo Atalanta-Villarreal con il piacere dell'attesa di un appuntamento che ci ricorderemo per sempre. A prescindere dal risultato.

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