Direzione Dublino, dodicimila i tagliandi a disposizione dei tifosi nerazzurri
All'Aviva Stadium, il prossimo 22 maggio, finale di Europa League contro il Bayer Leverkusen. L'impianto può ospitare 51 mila persone
di Fabio Gennari
Nonostante i tanti impegni, molto importanti, che attendono la Dea nei prossimi giorni (sfida alla Roma e poi la finale di Coppa Italia con la Juventus), per i tifosi nerazzurri è tempo di pensare anche alla finale di Europa League che si giocherà il prossimo 22 maggio a Dublino.
Teatro della sfida sarà l'Aviva Stadium, impianto "particolare" da 51.7o0 posti ubicato a poca distanza dal centro città e per cui la Uefa ha già definito le linee guida per le due tifoserie che si affronteranno, ovvero quella bergamasca e quella del Bayer Leverkusen. Per i nerazzurri saranno a disposizione circa dodicimila posti.
Il primo passaggio è l'acquisto dei biglietti. Sul sito ufficiale della Dea sono stati pubblicati i dettagli relativi alla vendita, che inizia lunedì 13 maggio. Funziona così: si effettua una prenotazione gratuita sul sito di Vivaticket (a breve il link di accesso) per ottenere un codice riservato di acquisto che sarà poi da utilizzare sul sito della Uefa, dove, previa registrazione, si potrà acquistare il tagliando di una delle quattro categorie a disposizione:
- CAT 1 al costo di € 150,
- CAT 2 a € 100,
- CAT 3 a € 65
- CAT 4 a € 40.
L'Atalanta ha comunicato che la ricezione del biglietto sarà in formato digitale sulla app dedicata della Uefa e che NON saranno disponibili biglietti cartacei o in formato pdf. La prelazione sarà per gli abbonati al campionato e/o alla fase a gironi dell'Europa League, solo successivamente via alla vendita (in caso di disponibilità) a chi ha la Dea Card (sottoscritta entro oggi, sabato 11 maggio) e poi vendita libera. La situazione è da monitorare, soprattutto perché non ci sono tante soluzioni a prezzi ragionevoli per i trasferimenti aerei.
Perchè 12.000 e non metà per squadra? Forse è una regola, non so, ma se gli altri sono tutti per il Leverkusen, è un po' sproporzionato.