Gasperini: «Le big sono tutte lì, bisogna fare strisce positive. Ilicic è tornato a divertirsi»
Alla vigilia della gara con i Ducali di domani (6 gennaio), il tecnico della Dea ha presentato la sfida parlando di alcuni singoli e della classifica: per stare in alto servono tante vittorie

di Fabio Gennari
È un Gasperini molto sereno e carico quello che si è presentato in sala stampa alla vigilia della gara con il Parma di domani, 6 gennaio (ore 15). Ogni partita inizia sempre dallo 0-0, ma tra le righe il tecnico della Dea ha confermato che per stare in alto è necessario fare una bella striscia di risultati positivi.
Il Parma è in una posizione complicata e verranno per chiudersi. Che gara si aspetta? Diversa da quella con il Sassuolo?
«Sono tutte partite diverse e particolari. Con livelli di difficoltà diversi. Equilibrate e difficili, magari diventa facile durante i 90 minuti ma inizialmente non sarà così. Con il Parma dovremo stare attenti e interpretarla bene. Quando ci sono situazioni così danno tutti qualcosa in più, noi siamo in un buon momento e molto concentrati sul campionato. Abbiamo voglia di continuare la striscia vincente».
Pensa a qualche scelta diversa, magari con un tiratore come Malinovskyi al posto di un incursore come Pessina?
«Sono armi che abbiamo nella squadra, tutto va valutato e oggi è il primo allenamento che facciamo assieme quindi vediamo. Ho delle certezze sulla formazione ma voglio anche aspettare la seduta di oggi per capire se qualcuno ha acciacchi. Non sembra, ma aspettiamo. Non ho molta voglia di variare, con cinque cambi ho tanta possibilità di cambiare durante la gara».
Prima del Sassuolo ci aveva parlato di Diallo ma ormai il ragazzo è partito…
«La considerazione era legata alla difficoltà di tesseramento, è chiaro che sbloccate quelle il giocatore va al Manchester. Si trattava di una buona soluzione perché era già inserito».
La vostra “zona di pesca”, sul mercato, è tra Belgio e Olanda. Come si spiega questa cosa?
«Pescare in Inghilterra è più difficile, ad esempio. Anche dal punto di vista economico. In quei campionati ci sono ottimi giocatori, Malinovskyi e anche Maehle arrivano dal Genk che ha vinto il campionato un paio di stagioni fa, a volte sono cose che si legano a rapporti che si vengono a creare. Anche dai primi allenamenti, Maehle sta dimostrando sicurezza e personalità. Può dare un buon contributo».
È ancora presto, ma come valuta la classifica?
«La classifica incomincia a essere significativa, delle big non sta sbagliando nessuna e sono tutte lì. Altre volte c’era qualcuno più indietro, sarà una bella gara di resistenza e a eliminazione. Sono tutte squadre che hanno capacità e forza, per noi sarà importante fare strisce positive più lunghe per stare in alto».
Si aspettava un Pessina già su questi livelli?
«È un giocatore molto utile per noi. Può giocare anche a centrocampo. Speriamo di recuperare Pasalic, ma lui si sta adattando bene in quella posizione. Questa però è una squadra da valutare in blocco, si tende sempre a esaltare uno o l’altro ma ci sono tanti giocatori meritevoli. I centrocampisti, la difesa, gli esterni. Gli attaccanti spesso risaltano e a turno si prendono la scena, quello che però non manca mai è il nocciolo duro e consistente che rende tutti competitivi».
Certo, se Freuler oltre alla grande corsa inizia anche a servire gli assist…
«Non sono io che devo fare i complimenti singoli, guardiamo l’impiego in tutti questi anni e si capisce che è sempre su grandi livelli. Siamo un po’ tirati in quella zona, spero che Pasalic recuperi velocemente».
Il Parma è molto indietro, si aspettava questo campionato da parte dei ducali?
«La classifica è molto corta, anche dietro. Basta qualche risultato per cambiare tutto, non ci sono squadre molto staccate e poi i periodi negativi possono capitare a tutti. È un torneo bello e aperto, imprevedibile. Certi timori è normale che ci siano per chi è sotto, ma c’è spazio per rimediare».
Cinque gol al Sassuolo, ora arriva il Parma che l’anno scorso all’Epifania avete superato con un 5-0. L’Atalanta è tornata schiacciasassi?
«Non possiamo pensare di poter fare sempre goleade, dobbiamo essere pronti anche a vincere con piccolo scarto. Per me è importante la prestazione, nelle ultime partite non è mai mancata. Il pari di Bologna viene interpretato in modo diverso rispetto alla prestazione: quest’anno le valutazioni sull’Atalanta sono molto condizionate dal risultato, ma dal mio punto di vista è primario vedere come si affrontano le partite. Non posso partire da una cinquina, si parte dallo 0-0 e bisogna giocare bene per vincere ancora».
Come sta Toloi?
«Ha fatto un buon allenamento, ha recuperato e ci sarà. Fuori Romero per squalifica e Pasalic è l’unico in infermeria».
Ilicic sembra tornato davvero al cento per cento, contro il Sassuolo ha calciato parecchio verso la porta avversaria. Contento?
«Ha tirato tanto ma può farlo un po’ meglio (ride, ndr). In allenamento lo vedo in grande crescita, la cosa più importante è che stia molto bene e sia tornato a divertirsi. Ha bisogno di questo per provare le sue giocate, a volte ha qualche imperfezione, come nel primo tempo con il Sassuolo quando qualcosa ha sbagliato, ma è normale. Lui c’è, sta nel vivo del gioco e tocca tanti palloni. Si prende dei rischi e questo va bene. Ci prova sempre, con lo spirito giusto. È pienamente recuperato».
Caldara è tornato in panchina, quanto manca per vederlo al top?
«Rispetto a quando è arrivato l'anno scorso non ha più nessuna fitta, nessun dolore. Prima lo accompagnava sempre qualche mezzo problemino, adesso sta completamente bene. Crescerà anche lui».
A fine partita, dopo il 5-1 al Sassuolo, l’abbiamo vista chiacchierare con Malinovskyi…
«Entra sempre bene, ogni volta ha una bella carica. Gioca nel ruolo di Ilicic ma anche più indietro, credo possa fare bene entrambi i ruoli ma in questo momento lo preferisco più offensivo».
Ultima domanda, su Hateboer: con il Sassuolo ha chiuso da terzo in difesa, semplice esigenza della gara o qualcosa di futuribile?
«Era meglio far uscire Djimsiti diffidato e volevo evitare problemi con il giallo. Quindi il cambio è più che altro legato a quello. Però la duttilità è fondamentale, significa poter avere meno giocatori in rosa con diverse possibilità di variare anche un paio di ruoli su ogni giocatore. Questo può essere un grande vantaggio».