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Josip Ilicic, il campione che va a corrente alternata: come gestirlo adesso?

Gasperini gli ha sempre dato grande fiducia e spazio, ma lo sloveno pare aver perso la scintilla nelle ultime partite. Il suo atteggiamento appare lontano da quello dei giorni migliori

Josip Ilicic, il campione che va a corrente alternata: come gestirlo adesso?
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di Fabio Gennari

Il problema non è la mezz'ora scarsa che è rimasto in campo mercoledì sera contro il Real Madrid. Non sono le giocate (mancate) o quell'uscita accompagnata dal volto rabbuiato. E non è nemmeno il richiamo di Gasperini a impegnarsi di più invece di lamentarsi, sentito chiaramente da tutti allo stadio e a casa. No. In questo momento Josip Ilicic vive un momento in cui è l'approccio alle partite a sembrare molto lontano dall'essere positivo e giusto. E tutto dipende esclusivamente da lui.

Appena un mese fa, quindi non troppo tempo addietro, il numero 72 sloveno ha fatto faville contro il Milan sul prato verde di San Siro. Pochi giorni prima, a Benevento, altra prestazione mostruosa e vittoria schiacciante della squadra orobica. Due lampi, tuttavia, in un periodo di prestazioni o normali o sotto la soglia della sufficienza per un ragazzo che sicuramente (come tutti) non può essere al massimo in ogni gara ma che non sta convincendo nell'approccio.

A Cagliari, con il Torino e con il Real Madrid le prestazioni sono state negative ma, soprattutto, si è visto un campione del suo calibro troppo impegnato a sbracciarsi e lamentarsi con i compagni piuttosto che impegnarsi in una corsa in più o nella ricerca della giocata decisiva. È un peccato, le qualità sono indiscutibili e il miglior Ilicic sarebbe decisivo nelle grandi partite che aspettano la Dea da qui a fine stagione.

Gasperini lo vede tutti i giorni e nessuno meglio di lui può sapere quale sia la strada migliore per gestirlo, di certo urge un cambio di passo per finire al meglio campionato, Champions League e Coppa Italia, ma per il futuro è inevitabile approfondire la posizione di un ragazzo che a 33 anni (e con il contratto in scadenza nel 2022) va comunque inquadrato nel gruppo dandogli il giusto spazio e il giusto peso. In attesa della sperata esplosione Miranchuk e di vedere come la società si muoverà sul mercato nei prossimi mesi, la strategia non può cambiare: i giocatori che restano cardini fino a 40 anni non possono essere una prerogativa di chi, come l'Atalanta, cerca sempre di migliorare rinnovandosi.

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