Le parole dell'ex capitano sulla Dea

Parla il Papu Gomez: «Non sono io il colpevole. Provo tristezza a veder giocare l'Atalanta»

Intervista esclusiva concessa a Sky Sport dell'ex numero 10 argentino, nella quale parla del suo passato e, soprattutto, della dolorosa rottura con il mondo nerazzurro

Parla il Papu Gomez: «Non sono io il colpevole. Provo tristezza a veder giocare l'Atalanta»
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di Fabio Gennari

Poche parole, circa un minuto e mezzo di video che anticipa un'intervista che sarà poi trasmessa integralmente venerdì 16 aprile, a due giorni da Atalanta-Juventus. L'ex capitano atalantino Papu Gomez ha parlato anche della Dea ai microfoni di Sky Sport. La sua partenza ormai è vecchia di quasi tre mesi, eppure l'argentino, rispondendo ad alcune domande sull'esperienza bergamasca, ha parlato di quello che è il suo stato d'animo e su come vive, oggi, l'Atalanta da ex giocatore.

«Ancora oggi - racconta Gomez - cerco di capire come può essere successo tutto questo. So che non sono io il colpevole, però così non si poteva andare avanti e allora ho preso la decisione. Sono contento di quello che ho fatto, felice di essere a Siviglia».

A distanza di mesi, con l'Atalanta che vola e il Siviglia che sta facendo buone cose, queste dichiarazioni stonano un po', ma quando lo stato d'animo è questo diventa quasi normale raccontare i propri pensieri pensando al passato. Soprattutto se ancora è difficile seguire le gare della ex squadra in tv.

«La prima parola che mi viene in mente? Tristezza. Ancora oggi faccio fatica a vedere una partita dell’Atalanta. Mi fa male vedere i miei ex compagni, ma sono felice per loro perché stanno facendo molto bene. So bene che squadra è, ma non riesco. Non riesco a guardare le partire. Oggi è tristezza quella che provo, speriamo che con il passare dei mesi possa trasformarsi in qualcosa d’altro».

La speranza è che a fine stagione ognuno abbia la possibilità di gioire per i propri obiettivi raggiunti. L'argentino, in chiusura, spiega anche come il Siviglia non fosse l'unica alternativa sul tavolo. «Avevo grandi offerte dalla lega americana MLS e dall'Arabia, mi davano tantissimi soldi, ma non mi interessava. La mia priorità era il Siviglia. Sapevo che c’era gente che mi avrebbe voluto vedere in quei Paesi, avrebbe voluto che sparissi. Adesso sono più che orgoglioso di essere finito qua».

Il Papu è dunque contento e orgoglioso, l'Atalanta ha saputo ripartire alla grande e tutti hanno i propri obiettivi su cui concentrarsi. È il calcio, è la vita.

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