Quella festa finale dopo l'1-1 e la voglia di tenere qui Gasp

Nella festa finale dell’Atalanta dopo l'1-1 con il Milan, ci sono dettagli che meritano di essere sottolineati. Perché i gesti valgono spesso più delle parole, perché una strada comune si trova sempre quando ci sono stima e rispetto e perché se uno sta bene in un posto via non ci vuole andare mai. Gasperini e i Percassi, dopo la partita, hanno fatto il giro del campo insieme ai giocatori e allo staff. La pioggia aveva smesso di bagnare lo stadio nemmeno fosse il diluvio universale e il condottiero della Dea ha preso per mano tutti (letteralmente) e ha fatto festa.
Prima la squadra, poi il mister. Dopo il gol di Masiello al 93’, il pubblico e i giocatori credevano addirittura nell’incredibile sorpasso. Un cross sbagliato malamente da Freuler ha posto fine alle residue speranze, ma la festa è iniziata senza timori sulle tribune e si è poi trasferita in campo. I giocatori, stavolta tutti, hanno fatto il giro di campo insieme a de Roon (anche questo è stato un gesto davvero da applausi) e dopo la corsa sotto la Curva stavano per prendere la via degli spogliatoi. A quel punto, dal sottopassaggio, è spuntata la chioma bianca del Gasp e subito dietro a lui c'erano Antonio e Luca Percassi. I vertici del club insieme al mister che ha stravolto il calcio a Bergamo, tutti assieme. E non sono stati i Percassi a sbucare per primi portando con loro il tecnico a salutare chi lo aveva esaltato con una grande coreografia a inizio partita, è successo proprio l’opposto e cioè Gasperini è arrivato in campo da attore protagonista con la famiglia proprietaria della Dea. Non ha partecipato, li ha proprio trascinati. Il tecnico di Grugliasco non è stato semplicemente in campo insieme al gruppo ma si è messo ad abbracciare tutti e ha trascinato la squadra in un secondo giro di campo. Nei video che girano in rete e che tanti tifosi hanno pubblicato sui social si vede il tecnico degli orobici che prende per mano tutti e li porta di rincorsa prima sotto la Morosini, poi sotto la Ubi e infine sotto la Nord. C’è Raimondi, c’è il vice Tullio Gritti, ci sono tutti i leader del gruppo con Masiello che ha in braccio le bambine. Con il mister a tirare gli altri. Vedere il presidente Percassi che corre, il figlio Luca solitamente molto pacato con un sorriso enorme stampato in volto e anche l’altro figlio Stefano che in mezzo al campo prima abbraccia Gasperini andandolo letteralmente a cercare e poi organizza un selfie di gruppo, significa che la gioia collettiva non ha scadenza: questi momenti sono solo un passaggio tra lo ieri denso di emozioni e il domani che dobbiamo solo scoprire ma che nel cuore di tutti sarà composto dalle stesse persone.
Dopo i gesti, le parole e i programmi. Nel dopo partita, Gasperini si è presentato ai microfoni riproponendo due concetti ormai arcinoti. «Non posso tradire tutta questa gente» e «dobbiamo parlare con la società e avere unità d’intenti» sono frasi solo apparentemente in antitesi. Gasperini ha detto e ripetuto in diverse sedi e in diverse occasioni che a Bergamo sta benissimo, l’affetto lo travolge e si è ormai creata un’alchimia tale con l’ambiente che tutto gira a meraviglia. Fin qui parliamo dell’uomo, poi arriva il professionista che (giustamente) vuole una linea comune e che presto si confronterà con la proprietà e i dirigenti. Il tecnico ha seguito la partita nello sky box centrale insieme al direttore operativo Roberto Spagnolo e appena sopra ai Percassi. Il confronto che andrà in scena nei prossimi giorni parte da presupposti molto chiari: il tecnico sta bene a Bergamo, la proprietà non ha nessuna intenzione di perderlo e dunque va solo definita la linea comune. Attenzione, non si passa solo da un miglioramento della rosa ma anche da strategie condivise e alla fine una strada si troverà. Perché nessuno vuole lasciarsi e la realtà che stiamo vivendo è troppo bella perché non si trovi una via che tenga Bergamo in paradiso.