L'editoriale di Xavier Jacobelli

Questa Atalanta è davvero più forte di prima e ha tutto il diritto di sognare in grande

È più matura, è più consapevole, ha due titolari in ogni ruolo: la vittoria per 2-4 contro il Torino dimostra la crescita della formazione del Gasp

Questa Atalanta è davvero più forte di prima e ha tutto il diritto di sognare in grande
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di Xavier Jacobelli

Dove eravamo rimasti? Ai 98 gol segnati nell’ultimo campionato (116 coppe comprese), al terzo posto centrato per la seconda volta di fila, al quarto di finale della Champions League con il Psg poi diventato vicecampione d'Europa. Oggi, pronti, via e dopo soli ventisei giorni di preparazione, l’Atalanta si presenta sul campo di patate del Toro, gli rifila quattro reti, lo domina in lungo e in largo dopo avere incassato il primo gol di Belotti senza battere ciglio.

Già, Belotti: il bergamasco che, per la prima volta in dodici partite contro la Dea, riesce finalmente a segnarle e firma addirittura una doppietta. Il centravanti della Nazionale ha eguagliato le marcature di Valentino Mazzola in maglia granata (81), ma si è ritrovato terribilmente solo nella squinternata squadra di Giampaolo: se Cairo non la rinforza, vivrà giorni grami. E pensare che Gasperini non disponeva di Gollini, Romero, Djimsiti, Miranchuk, Ilicic, Pessina, Piccini. Eppure. Eppure, concordo con Gian Piero e la sua sottolineatura del dopo partita: questa Atalanta è più forte di prima.

È più forte perché è più matura; perché è sempre più consapevole della propria levatura internazionale; perché la società ha messo a disposizione dell’allenatore due titolari per ogni ruolo; perché, Gomez dixit, l’esperienza in Champions League le ha consentito di compiere un salto di qualità del quale, la splendida prova di Torino, è stata la prima avvisaglia nella nuova stagione. L’acuto di Gomez, lo spettacoloso diagonale di Muriel, le stoccate di Hateboer e de Roon che hanno sublimato gli schemi gasperiniani: se mai ne avessimo avuto bisogno, allo stadio Grande Torino abbiamo capito perché i tecnici in lizza in Champions League ed Europa League e la giuria dei giornalisti convocati dall’Uefa abbiano votato Gasp fra i primi cinque migliori allenatori del continente, davanti a Zidane, Guardiola e Conte.

Per tutto quanto sopra, la Dea ha il diritto di sognare: è troppo presto per parlare di scudetto, non è affatto tardi per proclamare questo diritto. Se possibile, siamo soltanto all’inizio.

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