Son finite le lodi per questa Dea. E sono i numeri a zittire i disinformati e gli invidiosi
È tremenda la legge dell’ex che si abbatte sull’Udinese: in due partite con l’Atalanta, incassa 10 gol segnandone 3 e paga un dazio pesantissimo a Muriel nonché a Zapata

di Xavier Jacobelli
È tremenda la legge dell’ex che si abbatte sull’Udinese: in due partite con l’Atalanta, incassa 10 gol segnandone 3 e paga un dazio pesantissimo a Muriel (tripletta a Bergamo, doppietta allo stadio Friuli) nonché a Zapata (subito a segno contro la sua vecchia squadra nella gara di ritorno). Con 227 vittorie, una in più di Daniele Turani, Antonio Percassi diventa il presidente più vittorioso dell’intera storia atalantina. Gasperini macina un record dietro l’altro, infila la sesta vittoria consecutiva in campionato, si bea dell’abbraccio di Muriel e della micidiale macchina da gol che martella senza pietà chiunque le si pari davanti: 80 reti in 28 partite di campionato, nuovo primato assoluto nei 113 anni di storia nerazzurra; 16 reti in Champions League e una in Coppa Italia; 9 punti di vantaggio sulla Roma quinta in classifica.
Si esauriscono gli aggettivi quando si cantano le lodi di questa Dea, che corre meno ma meglio delle rivali, alla faccia dei disinformati, degli invidiosi e dei frustrati che parlano senza documentarsi e rimediano figure da cioccolatai. La verità - e Udine l’ha confermato - è che i numeri schiacciano le parole e i numeri dei nerazzurri sono più forti anche della naturale stanchezza psicofisica accusata alla terza partita in otto giorni dopo i cento giorni di inattività e 96 ore dopo la straordinaria rimonta con la Lazio. Ed è bello vedere Muriel che dopo il secondo missile infilato nella porta del bravissimo Musso, corre ridendo da Gasperini, lo solleva di peso ed esulta con lui. Ed è ancora più divertente ascoltare Gasperini in tv che racconta dell’allegria di Muriel, rimbrottato per un errore e poi capace di segnare due gol l’uno più bello dell'altro, diventando il capocannoniere dell’Atalanta con 15 reti, nove delle quali segnate da subentrato. Dice bene l’allenatore: «A Bergamo i giocatori si trasferiscono con tanta voglia di fare bene e con l’entusiasmo che scaturisce da un ambiente ideale per esprimersi al meglio».
Se i voli pindarici sono vietati, se ci sono ancora 10 partite e 30 punti a disposizione e tutto può ancora succedere, è altrettanto vero che questa squadra a ogni uscita conferma ciò che PrimaBergamo va sostenendo ormai da tempo immemore, trasformandolo nel mantra della Dea: il meglio deve ancora venire. E anche il bello.