Capitano vero

Toloi, capitano umile che si mette in discussione: «Devo meritare questa maglia»

Trascinatore silenzioso, esempio per i più giovani e bravo a farsi trovare sempre pronto: come lui ce ne vorrebbero tanti

Toloi, capitano umile che si mette in discussione: «Devo meritare questa maglia»
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di Fabio Gennari

A mente fredda, con il 2-0 di Monza ormai andato in archivio, c'è un passaggio dell'intervista incrociata rilasciata a Dazn nei giorni scorsi che deve far riflettere. Il protagonista è Rafa Toloi, nella chiacchierata che lo ha visto scambiare battute con Pessina. Il capitano della Dea ha parlato del fatto che oggi sta bene e che pensa solo al futuro senza fare troppi ragionamenti. «Devo meritare di indossare questa maglia», ha detto il capitano nerazzurro. Non un pensiero al passato, ma al futuro. Non una frase a effetto, ma poche e semplici parole che spiegano perché la fascia di capitano meriti di stare sul suo braccio.

Rafa Toloi, classe 1990 e 243 partite con la maglia atalantina, con cui ha segnato 13 gol e servito 16 assist, avrebbe tutti gli argomenti che vuole per sentirsi di diritto un pezzo importante del gruppo. E invece, senza malizia o secondi fini, Toloi ha detto che il suo obiettivo è stare bene e continuare a lavorare forte per meritarsi di indossare la maglia della Dea. Badate bene al verbo: meritare. L'umiltà di Toloi si traduce in campo in prestazioni da applausi, a Monza nei primi minuti un paio di sbavature potevano costare carissimo, ma poi il conto finale è sempre in positivo e gli applausi si sprecano.

Il gol alla prima giornata, altri sfiorati praticamente in ogni partita e un rendimento difensivo di primissimo livello sono i "dettagli" del suo esordio stagionale che al fischio finale lo ha praticamente sempre visto tra i protagonisti dei festeggiamenti con Demiral. Osservando bene i post partita, spesso si vedono il turco e l'italo-brasiliano che stringono i pungi e si abbracciano davanti ai tifosi. Tra l'altro, con lo spirito giusto, uno come Toloi può essere un formidabile esempio per i giovani della rosa. A partire da come ci si pone nel gruppo: «Devo meritare di indossare questa maglia» non è un auspicio, ma uno stile di vita. Bravo capitano.

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