Di chi è la colpa?

Albino, altri due ponti chiusi sulla ciclabile. E sui social divampa la polemica

Rischi per pedoni e ciclisti, sbarrate due passerelle. Le spiegazioni del presidente della Comunità Montana e la stoccata di Paolo Franco

Albino, altri due ponti chiusi sulla ciclabile. E sui social divampa la polemica
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di Giambattista Gherardi e Fabio Gualandris

«I Romani costruivano ponti in pietra, che sorreggono tutt’oggi il traffico pedonale e veicolare. In piena Rivoluzione Industriale si costruirono ponti in acciaio, per farci passar sopra veicoli e treni, con portate di svariate tonnellate, e ci sono ancora. Poi arriviamo ai giorni nostri e si costruiscono ponti pedonali rigorosamente in legno lamellare per il rispetto della bioarchitettura, del paesaggio e dell’ecologia. E li chiudiamo per il rischio crollo. Amen».

Il sale della polemica cresciuta nelle ultime ore in Valle Seriana è condensato in un post pubblicato su Facebook da Davide Zanga, assessore del Comune di Albino cui certo non manca la vis polemica. Il riferimento è alle due passerelle della pista ciclabile della Valle Seriana chiuse completamente al transito di pedoni e ciclisti perché pericolanti, nella giornata di giovedì 10 giugno.

Mercoledì 9 giugno Roberto Tisi, comandante della Polizia Locale di Albino e responsabile in Comune dell’area 4, ha emesso un’ordinanza per l’immediata chiusura delle passerelle ammalorate. L’atto amministrativo è stato disposto a seguito della relazione trasmessa alla Comunità Montana Valle Seriana da parte dell’ing. Emilio Nicoli, a seguito del sopralluogo alle due passerelle pedonali che scavalcano la roggia Comenduna-Spini nella frazione albinese di Comenduno. I manufatti, secondo la relazione, presentano ammaliamenti delle travi portanti che ne pregiudicano la stabilità strutturale e la chiusura, valutato il pericolo per la pubblica incolumità, si è resa necessaria anche al fine di poter eseguire i lavori di messa in sicurezza.

In un primo tempo, come confermano le immagini che pubblichiamo, le barriere di ostruzione erano state spostate, probabilmente da pedoni e ciclisti comunque intenzionati a passare. Nella giornata di giovedì 10 giugno l’accesso alle passerelle è stato richiuso in modo che pedoni e ciclisti non riescano a forzare il passaggio. «Purtroppo - ha spiegato il sindaco di Albino Fabio Terzi - non siamo riusciti a individuare un percorso alternativo in quanto per superare quel punto bisognerebbe percorrere un tratto pericoloso della ex strada provinciale, ma si è provveduto a segnalare la chiusura già nei pressi della stazione Teb e al ponte di Comenduno in modo che gli utenti della ciclopedonale non si trovino di fronte le barriere all’improvviso». Una storia sostanzialmente già nota, poiché anche altri ponti della ciclabile (a Cene e fra Vertova e Casnigo) sono stati chiusi per le stesse ragioni, mentre a Fiorano al Serio la posa di una nuova passerella in acciaio ha visto ripristinato il transito negli ultimi mesi.

Un tema che è, come segnalato in apertura, alla base del post ironico e amaro dell’assessore Zanga, sotto il quale in poche ore si sono moltiplicati i commenti, anche autorevoli. «Purtroppo - la replica di Giampiero Calegari, presidente della Comunità Montana – ci siamo trovati i ponti ammalorati e con i sindaci abbiamo dovuto chiuderli per problemi di sicurezza. Abbiamo cercato anche i fondi per rifare tutto e sono stati trovati velocemente, ma dobbiamo attendere 3-4 mesi per le autorizzazioni, salvo il ponte di Cene-Gazzaniga che partirà a breve».

A rincarare la dose è arrivato il commento di Paolo Franco, consigliere regionale recentemente passato fra le fila di Fratelli d’Italia: «Peccato che più di 25 anni fa io e Lorenzo Bertacchi, in consiglio comunale prima e Comunità dopo, sottolineavamo come realizzarli in legno (quando già allora in Trentino li facevano in metallo) fosse un problema, ma i leghisti di allora al comando dell’istituzione, fruendo del lavoro di recupero fondi fatto dai democristiani, decisero facciamoli così… ed asfaltiamo le strade agrosilvopastorali».

Sotto il post c’è chi aggiusta il tiro, come lo stesso Davide Zanga («Allo stesso modo criticavo ad Albino le scelte dell’amministrazione Carrara nel 2013 di posare dei guard rail di lamellare. Oggi visibilmente fanno cag…»), chi la prende con ironia («Il prossimo passo saranno i ponti di sabbia, poi si passerà direttamente al corso di nuoto»), chi si interroga sulla qualità del progettare e del costruire e chi segnala che il ponte mostrato in una foto postata da Zanga non è Romano ma Romanico. Il confronto si allarga a dettagli tecnici, alla necessaria copertura dei manufatti con un tetto (gli esempi arrivano da Bassano del Grappa e Tirano) e, soprattutto, a un biglietto da visita per la Valle che da virtuoso rischia di diventare penalizzante. Un solo suggerimento: fate presto.

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