Allagamenti a Longuelo, il quartiere si rassegni: per la soluzione siamo ancora in alto mare
Delle tre vasche di laminazione ne è stata realizzata una, la roggia Curna è bloccata e le fogne non reggono. Brembilla: «Serve una soluzione intermedia»
di Marta Belotti
Dopo otto anni, uno studio realizzato dall’Università di Pavia e una vasca di laminazione su tre completata, a Longuelo la storia si è ripetuta. Con l’arrivo della bomba d’acqua di mercoledì 22 maggio, il quartiere è stato nuovamente vittima di allagamenti e, sebbene la situazione sia stata (fortunatamente) meno drammatica di quella del 2016, i problemi e i danni sono stati diversi.
In un’ora e mezza, tra le 16.30 e le 18 per la precisione, i novanta millimetri di acqua caduti dal cielo hanno creato un vero e proprio fiume, che da via Astino ha inondato via Longuelo e poi via Trento, nel comune di Curno, interessando anche i territori confinanti di Mozzo e Ponteranica.
Molti residenti, comprensibilmente stizziti, si sono chiesti come sia possibile che si siano trovati un’altra volta a dover ripulire i propri garage (in alcuni dei quali l’acqua ha raggiunto i 40 centimetri), buttare mobili ed elettrodomestici e spalare fango.
Dopo i fatti del 2016, infatti, il Comune - pur con tutte le lungaggini burocratiche del caso - s’era mosso per trovare una soluzione che evitasse il ripetersi del problema. Dall’analisi era emersa come soluzione la creazione di tre (inizialmente due) vasche di laminazione, ovvero sistemi che sono in grado di raccogliere l’acqua durante l’evento estremo per poi farla defluire gradualmente quando la tempesta si placa. Cosa è andato storto, dunque?
Una sola vasca
Il sistema ha funzionato, con un piccolo particolare, però: delle tre vasche previste, solo una è stata realizzata in questi anni, quella di via Astino. Ciò ha permesso a una parte del quartiere di non subire alcuna conseguenza; l’altra parte (più della metà), invece, s’è vista costretta a fare nuovamente i conti con l’acqua, che ha causato danni consistenti, come nel caso dei generi alimentari conservati dalla Puntogel nel magazzino di via Mascagni.
Impressionanti le immagini arrivate dalle famiglie del condominio Due Torri, i palazzoni rosa situati lungo via Mattioli: qui l’acqua arrivata dalle strade si è infilata nelle grate dei garage, creando delle vere e proprie cascate.
Questa parte di città avrebbe dovuto essere “protetta” dalla vasca di laminazione prevista nella zona del golf Ai Colli, ma che per ora c’è solo sulla carta. La terza vasca (...)
Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 6 giugno, o in edizione digitale QUI
Non c’è 2 senza 3... questo famoso proverbio indica come nulla vieta che un fenomeno già accaduto 2 volte possa nuovamente ripetersi la terza e altre volte. In attesa che le pratiche burocratiche vengano sbloccate (le vasche di laminazione) esistono dei basilari accorgimenti: manutenzione e pulizia dei tombini, regolare manutenzione delle fogne, liberare le roggie dai detriti, rami secchi e sterpaglie.