«Va bene per gli hub»

Antinfluenzale in ritardo: braccio di ferro fra medici e Regione sul portale di Poste

«Quello strumento è ottimo per fare funzionare un grattacielo. Non puoi darlo in mano a chi gestisce un condominio di cinque appartamenti»

Antinfluenzale in ritardo: braccio di ferro fra medici e Regione sul portale di Poste
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di Andrea Rossetti

L’avvio della campagna antinfluenzale “di massa” pareva essere dietro l’angolo, invece ha ricevuto un inatteso stop e un obbligato rinvio. I medici di medicina generale, infatti, non hanno ancora trovato un accordo con Regione per la somministrazione delle dosi ai pazienti.

Il problema non è economico. Attualmente, i medici di base ricevono circa sei euro per ogni vaccinazione che effettuano (che sia antinfluenzale, contro il meningococco o anti-Covid) e questa retribuzione non è in discussione - se non nell’ottica di una normale e classica trattativa in ambito sindacale -. A far storcere il naso ai medici di famiglia è, piuttosto, la modalità con cui Regione ha deciso di gestire il sistema delle vaccini antinfluenzali, ovvero utilizzando lo stesso portale realizzato da Poste Italiane che si sta utilizzando per le vaccinazioni anti-Covid.

Un software che, come conferma anche Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, «funziona benissimo, ha dimostrato di essere molto funzionale e ben pensato. Ma quel portale non è adatto anche alla vaccinazione antinfluenzale». Come mai? Il fatto è che l’utilizzo di quel portale è pensato in parallelo all’esistenza degli hub vaccinali, strutture nelle quali opera anche del personale amministrativo e dotate di una serie di strumentazioni appositamente fornite per gestire una vaccinazione di massa su larga scala. La campagna antinfluenzale, invece, si svolge per la maggior parte negli ambulatori dei singoli medici, dove non c’è alcun funzionario di segreteria e dove i dottori non sono muniti di strumentazioni quali, ad esempio, gli scanner per poter selezionare e comunicare il lotto di vaccini utilizzato.

Insomma, come spesso capita quando si parla di attività dei medici di medicina generale, il problema è tutto nella burocrazia, più che nei fatti. «Il portale di Poste è stato pensato per fare funzionare un grattacielo. Non puoi dare in mano lo stesso servizio a chi gestisce un condominio di cinque appartamenti», commenta un medico di famiglia del territorio, che preferisce restare anonimo.

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