«Proteggiamo la terra»

«Basta opere inutili come l'autostrada Bergamo-Treviglio»: Coldiretti contro il consumo di suolo

L'associazione parla del rapporto dell'Ispra, in cui è emerso che la cementificazione nell'ultimo anno in Bergamasca è pari a 143 ettari

«Basta opere inutili come l'autostrada Bergamo-Treviglio»: Coldiretti contro il consumo di suolo
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Coldiretti Bergamo punta il dito sull'autostrada Bergamo-Treviglio, definendola «un'opera dal forte impatto ambientale e dalla dubbia utilità». Alla luce dei recente rapporto dell'Ispra, in cui è emerso che nell'ultimo anno nella sola provincia di Bergamo il cemento ha “mangiato” 143 ettari di terreno, l'associazione fa il punto sul vero significato di quei numeri, considerando «lo sforzo che sta facendo la nostra agricoltura per riportare il nostro Paese a essere autosufficiente dal punto di vista alimentare», nonché «i drammatici effetti della siccità».

E nel farlo non parla di campi da calcio come paragone, bensì di cibo e riserve idriche. «Le aree perse in Italia dal 2012 a oggi – spiega Alberto Brivio, presidente di Coldiretti Bergamo – avrebbero garantito la fornitura complessiva di 4 milioni e 150 mila quintali di prodotti agricoli e l'assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo sulle superfici rese impermeabili da asfalto e cemento, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica dei nostri territori segnati dal moltiplicarsi di eventi estremi dalla siccità ai violenti temporali».

Nello stesso periodo, sottolinea l'associazione, la totale assenza della capacità di stoccaggio del carbonio delle aree cementificate a livello nazionale (oltre tre milioni di tonnellate) equivarrebbe in termini di emissione CO2 a quanto emetterebbero più di un milione di auto con una percorrenza media di 11.200 chilometri annui nell'arco di otto anni. Un totale di 90 miliardi di chilometri percorsi. Più di due milioni di volte il giro della terra.

«Ognuno vede le cose dal proprio punto di vista – conclude Brivio – ma ignorare il monito che si evince da questi dati vuol dire mettere una pesante incognita sul futuro. Se vogliamo proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, dobbiamo difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile. Occorre anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Senato, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento imprescindibile per la protezione del suo territorio».

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