Tempi non ancora maturi

Comprensorio unico Colere-Lizzola, il progetto va a rilento: doveva partire ad aprile

Secondo il cronoprogramma, i lavori sarebbero dovuti iniziare questo mese. Ma ancora mancano finanziamenti e documenti

Comprensorio unico Colere-Lizzola, il progetto va a rilento: doveva partire ad aprile
Pubblicato:

Dovevano iniziare ad aprile 2025, i lavori per il nuovo, grande, comprensorio sciistico Colere-Lizzola. Ma i tempi sembrano non essere ancora maturi, tra finanziamenti ancora da raccogliere e documenti da presentare.

Cinquanta chilometri di piste, settanta milioni di euro

Il progetto, curato da Rsi srl (che già gestisce gli impianti di Colere), prevede il collegamento tra la stazione sciistica di Colere, appunto, con quella di Lizzola, tramite la realizzazione di un tunnel di 450 metri attraverso il Pizzo di Petto.

Cinquanta chilometri totali di piste, settanta milioni di euro di costi: venti sono stati messi a disposizione dal privato, gli altri, cinquanta, dovrebbero arrivare da risorse pubbliche. I primi dieci milioni, come riporta L'Eco di Bergamo, potrebbero essere messi a disposizione tramite un bando del ministero del Turismo.

Servirebbero per rifare gli impianti di Lizzola e installare una cabinovia (che sostituirebbe le tre seggiovie ora presenti). Nel caso in cui le risorse non dovessero arrivare tutte insieme, molto improbabile ha sottolineato il consigliere regionale Michele Schiavi (FdI), si potrebbe procedere per gradi.

La situazione burocratica

Il cronoprogramma del progetto, firmato a luglio dello scorso anno, prevedeva per aprile 2025 l'avvio dei lavori per collegamento e funicolare. Nel dicembre 2025, poi, l'apertura del nuovo impianto a Fontanamora, nel marzo 2026 i lavori per l'impianto che collega il Pizzo di Petto, la banca dell'acqua e i nuovi impianti di Lizzola. Conclusione: dicembre 2026.

In realtà, pare ci sia già qualche ritardo "burocratico". «Ci stiamo lavorando» è quanto confermano gli addetti ai lavori, ma tra i Comuni coinvolti appare (quasi) tutto  fermo. Il sindaco di Vilminore Pietro Orrù, interpellato dal quotidiano, ha confermato che nel suo Comune non è stato ancora presentato nulla. Buona parte del comprensorio (lato scalvino) si trova proprio sul suo territorio.

A Colere, invece, è stata presentata la richiesta di estensione del project financing lo scorso novembre: il sindaco Gabriele Bettineschi ha spiegato di essere al lavoro per la valutazione economico-finanziaria, prima della conferma definitiva. I tempi, però, non sono precisati.

A Valbondione, il sindaco Walter Semperboni - che si è sempre dichiarato favorevole all'opera - e la sua giunta si devono invece esprimere sulla pubblica utilità del progetto (estensione degli impianti di Lizzola sul lato seriano e realizzazione del tunnel).

Il documento, riporta ancora L'Eco di Bergamo, è stato per il momento consegnato solo a Valbondione, sebbene il tunnel si trovi sui territori di Colere e Vilminore. Con una complicazione in più: alcune aree di proprietà di Colere si trovano nel territorio di Vilminore. L'amministrazione ha chiesto una proroga dei tempi.

Anche in Regione, confermano i consiglieri regionali Jacopo Scandella (Pd) e Michele Schiavi (FdI) non è arrivato ancora nulla di concreto riguardo al progetto.

Tante opposizioni

Nei mesi scorsi, l'opinione pubblica si è divisa sulla effettiva utilità del nuovo comprensorio, oltre che sui suoi costi elevati e l'impatto ambientale. Da Orobievive al Cai Valle di Scalve e anche quello di Bergamo, fino a Europa Verde. È stata organizzata anche una petizione online, oltre che un incontro in città.

Commenti
Rolando

ANDATE AVANTI !!!

Alberto

FERMATEVI!!!

Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali