Le zone colpite

Confermato il tarlo asiatico a Bergamo, verranno abbattuti più di 200 alberi (se ne ripianteranno altri)

Trovate tracce dell'insetto in 4 piante. Stabilite aree dell'infestazione e di sorveglianza, abbattimenti anche nei giardini

Confermato il tarlo asiatico a Bergamo, verranno abbattuti più di 200 alberi (se ne ripianteranno altri)
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L'assessore Marzia Marchesi è stata molto chiara: bisogna agire in maniera convinta subito, per evitare ulteriori danni in futuro. Per questo motivo, si dovranno abbattere più di duecento alberi a Bergamo, dove si è riscontrata la presenza del tarlo asiatico. Si è trovata infatti traccia di insetti allo stadio larvale, che quindi non hanno ancora raggiunto l'età adulta come avvenuto invece, per esempio, a Treviolo dove sono arrivati molto prima (l'altro epicentro è a Curno).

Gli abbattimenti

Nello specifico, gli interventi ad opera dell'Ersaf (Ente regionale servizi agricoltura e foreste), che provvederà a sue spese anche a ripiantare nuove specie resistenti, si concentreranno in ambito pubblico nell'area verde della scuola elementare in via Don Vavassori (un albero), al Cte del Villaggio degli Sposi e nel giardino di via Cantù (3), ai giardini Aldo Moro (73), Don Seghezzi (5), Monsignor Scattini (6), al parco della Trucca (74) e nella sua fascia boscata (35), escludendo il Bosco della Memoria che non è stato intaccato, e in viale Promessi Sposi (7).

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Gli abbattimenti al Parco della Trucca

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Gli abbattimenti nell'area del Cte del Villaggio degli Sposi

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Gli abbattimenti al giardino Don Seghezzi

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Gli abbattimenti al giardino Aldo Moro

I cittadini con alberi potenzialmente esposti nelle zone vicine all'infestazione verranno contattati dai tecnici incaricati. «In questo caso l'abbattimento, obbligatorio per legge, sarà a carico di Regione Lombardia, così come la successiva sostituzione con una nuova essenza resistente - ha chiarito Alessandro Bianchi, del Servizio fitosanitario regionale -. Si faranno verifiche casa per casa, ma in assenza di specie esposte, eviteremo di disturbare i residenti. La legna ed il materiale accumulato sarà stoccato, triturato e distrutto. In caso di potature o abbattimenti ad opera di privati per altri motivi nelle aree infestate, lo si dovrà prima comunicare all'Ersaf e comunque il verde da smaltire andrà cippato dai giardinieri prima di uscire dai confini del cortile».

Rimedi estremi, ma necessari

Gli esami del Dna sui campioni prelevati dagli esperti hanno riscontrato la presenza del temuto insetto in quattro piante in città, di cui due al Parco della Trucca, una al Cte del Villaggio degli Sposi e una al Parco Aldo Moro. Perché allora un provvedimento così drastico? Secondo la normativa comunitaria, per debellare il parassita - inserito tra i venti insetti più pericolosi in Europa per la vegetazione - tutte le piante sensibili nel raggio di cento metri devono essere tagliate, con l'aggiunta di un'area di sorveglianza fino a due chilometri dal focolaio individuato. Gli alberi da eliminare, al momento, sono 204, ma in caso di ulteriori scoperte di infestazioni il numero potrebbe ulteriormente aumentare.

«Dispiace dover attuare un provvedimento del genere - ha spiegato Marchesi -, ma ad oggi è l'unico modo per contenere questo insetto. Ciò dimostra anche che bisogna puntare su essenze diversificate, nel nostro successivo impegno a mettere a dimora nuovi alberi, per sostituire quelli abbattuti. Si dovranno scegliere però specie compatibili con il tarlo asiatico, quindi molte essenze locali di qua al prossimo futuro non si potranno più piantare».

L'agronomo Filippo Grasso mostra una delle zone colpite

Il monitoraggio

«Terremo monitorato il Villaggio degli Sposi, ma non è detta sia finita qua, perché il buffer (area di sorveglianza, ndr) con la scoperta al Parco Moro si è spostato anche a Colognola e parte del quartiere Carnovali - ha precisato Filippo Grasso, agronomo del Servizio verde -. Si considererà quindi tutta la città colpita, considerando che il sessanta per cento di alberi a Bergamo sono aceri, tra le specie maggiormente esposte all'infestazione oltre a ippocastano, salice, pioppo, olmo e betulla».

Si effettuerà il monitoraggio e gli abbattimenti nei prossimi mesi, concludendo a fine aprile, poi si dovrebbero aggiornare le mappe sull'infestazione dell'Ersaf. L'anno prossimo si ripartirà da capo e così per i prossimi quattro anni: dopo, in assenza di sviluppi, si potrà definire bonificata l'area. «Si tratta di un lavoro molto impegnativo, più efficace quando il rinvenimento è precoce - ha concluso Grasso -. A Milano abbiamo un focolaio di questo tipo dal 2007 e forse ce ne stiamo liberando adesso. A New York, invece, ci hanno messo 25 anni. Qui c'è ancora il presupposto per considerare l'infestazione eliminabile».

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