Monte Saresano

Frana di Tavernola: dopo il terremoto, Regione sospende l'attività di brillamento in cava

In attesa di nuovi dati a seguito del fenomeno sismico del 18 dicembre, il Pirellone ha prescritto alla Italsacci di fermare l'attività

Frana di Tavernola: dopo il terremoto, Regione sospende l'attività di brillamento in cava
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Ieri, mercoledì 22 dicembre, Regione Lombardia ha comunicato al cementificio di Tavernola di sospendere le attività di brillamento delle mine nella cava Cà Bianca di Parzanica. Come riferiscono i colleghi di PrimaBrescia, la comunicazione è stata inviata all'azienda Italsacci così come al Comune e alla Questura.

Nel documento di Regione si legge: «Considerata la necessità di valutare l'andamento del fenomeno franoso sul monte Saresano a seguito dell'evento sismico del 18 dicembre, e non potendo escludere che ulteriori fenomeni di assestamento possano verificarsi, nelle more della consegna delle analisi dei consulenti regionali incaricati dello studio sul dissesto del monte Saresano e vista la prescrizione ai sensi della quale le attività di test e le eventuali attività di coltivazione successive dovranno essere interrotte immediatamente qualora tale indicazione fosse comunicata da Regione Lombardia sulla base delle indicazioni dei consulenti incaricati, anche sulla base delle rilevazioni del complesso sistema di monitoraggio attivo del corpo di frana, si prescrive la sospensione delle attività di brillamento delle volate previste dal programma approvato con decreto regionale del 27 luglio fino a nuova indicazione».

Nel frattempo, Legambiente ha lanciato nuovamente l’allarme per la frana e prepara un nuovo esposto. In una fotografia di metà dicembre, infatti, si vede chiaramente come le fessurazioni di alcuni centimetri riscontrate a febbraio lungo la bretella che collega Tavernola a Parzanica si siano allargate: il fronte da oltre due milioni di metri cubi continua a muoversi. E ora c’è da capire se e quanto il fenomeno sismico di sabato abbia influito sullo "scivolamento" della frana.

«La cementifera ha ripreso la sua attività a pieno regime - ha evidenziato il presidente del circolo Basso Sebino, Dario Balotta -. I suoi magazzini sono tornati pieni di materiale pericoloso per l'ambiente e i lavoratori, in caso di frana. L’incubo per tutto il lago d'Iseo resta vivo. A pochi metri dalla frazione Squadre, lungo la strada chiusa per Parzanica, le crepe che il movimento franoso aveva provocato nel febbraio scorso si sono allungate e allargate di parecchi centimetri: in pratica sono diventate delle voragini. In queste condizioni andrebbe sospesa ogni attività estrattiva».

Sono intanto iniziati i lavori da parte di Autorità di bacino per predisporre l’iter burocratico per avviare la progettazione della messa in sicurezza del fronte franoso del Saresano, per la quale Regione Lombardia ha stanziato un milione e mezzo di euro. Per l'apertura del cantiere bisognerà attendere fino al 2023 e lo stanziamento dei fondi necessari per l'esecuzione dei lavori: stando alle prime indicazioni, sarebbero necessari circa 15 milioni di euro.

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