L'esperta risponde

I consigli di Laura Adele Feltri: il palazzo delle ex Poste che riaccenderà il centro

La zona tra via Pascoli e via Clara Maffei è stata per anni una terra di nessuno. Nei sette piani e nei due interrati saranno ricavati 35 appartamenti e 55 box

I consigli di Laura Adele Feltri: il palazzo delle ex Poste che riaccenderà il centro
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di Luigi de Martino

Abbiamo da poco appoggiato i calici di champagne per i festeggiamenti del nuovo progetto abitativo ChorusLife in Borgo Santa Caterina e già si parla di un’altra operazione immobiliare: la riqualificazione delle ex Poste tra via Pascoli e via Maffei. Ne discutiamo con Laura Adele Feltri, esperta di materia immobiliare.

Laura Adele Feltri

Più che un’operazione di costruzione ex novo, si tratta di riqualifica. Ci può dire qualcosa in merito?

«Innanzitutto, questa zona da molti anni è diventata terra di nessuno, soprattutto dopo la chiusura definitiva delle attività postali nel 2010. Da allora l’edificio, completamente chiuso, è diventato il rifugio di senzatetto e persone con varie problematiche legate alle dipendenze. Finalmente, a metà 2024, tramite un bando pubblico, è arrivato un nuovo proprietario, così a dicembre, a Roma, si è sottoscritto il rogito immobiliare. È poi avvenuto il passaggio materiale della palazzina dalla società che gestisce gli immobili del gruppo Poste Italiane al centro edile di Bottanuco denominato Gmg. Si tratta di un’azienda in forte espansione e vincitrice di molti premi (tra i più recenti il premio “Visionari d’impresa” da parte del Il Sole 24 Ore, ndr). La base dell’asta era di 4,5 milioni di euro ed è stata aggiudicata alla società bergamasca con un piccolo rialzo».

La notizia solleverà il morale ai residenti della zona.

«Penso proprio di sì. Ho già incontrato persone che negli ultimi tempi avevano denunciato una situazione precaria e l’occupazione abusiva dello stabile ed è palpabile la soddisfazione. Come agente immobiliare di lungo corso, posso senz’altro affermare che le condizioni di degrado di un immobile, oltretutto di quelle dimensioni, si ripercuote su tutta l’area circostante, con un deprezzamento del valore immobiliare, oltre a innescare un problema di sicurezza. I residenti si erano attivati denunciando più volte questo problema alle forze dell’ordine, le quali, nonostante i numerosi interventi, non hanno mai risolto la situazione».

Quindi, prima di iniziare i lavori veri e propri, sarà programmato uno sgombero.

«Per forza. Ne ha parlato subito l’amministratore della nuova proprietà, che ha già stilato un programma di sgombero. D’altro canto, il Comune ha già rilasciato il permesso di costruire, perché è un’operazione in linea con il Pgt. Ovviamente, come detto, si tratta di una ristrutturazione e non di una demolizione».

Ci può indicare quanto misura l’area interessata?

«Si parla di un’area molto vasta, tanto è vero che il palazzo conta una superficie di 6.500 metri quadri, a cui si aggiungono 1.300 metri esterni. Verranno mantenuti i sette piani di altezza e i due interrati; saranno quindi ricavati 35 appartamenti e 55 box. L’amministratore unico della nuova proprietà, Giorgio Ferrari, avendo all’interno della sua società sia attività immobiliari che edilizie e di ristorazione, sta valutando se aprire una pasticceria o una piccola palestra a disposizione dei condomini, oppure anche uno spazio di co-working al piano terra. Essendo il primo intervento in città da parte della Gmg, è naturale che lo studio sia particolarmente approfondito: la società ci tiene a garantire il meglio ai cittadini».

Non bisogna dimenticare che una città, oltre a essere riqualificata con nuove abitazioni, ha bisogno anche di servizi per la cittadinanza.

«Sì, credo quindi che la creazione di spazi per i condomini o anche di un luogo di aggregazione farà molto bene alla zona stessa. Ricordo che nelle vicinanze ci sono alcune delle scuole superiori più frequentate della città e quindi il tema della sicurezza è molto avvertito. Ci sono stati incontri con l’assessore alla Sicurezza, Giacomo Angeloni, ed è stata ribadita l’importanza di questo progetto per sanare il degrado».

Nella stessa area è stato avviato un altro cantiere, in via Foro Boario.

«Si tratta di un’altra zona delicata. È stato abbattuto uno stabile fatiscente, occupato in modo abusivo, per poter realizzare nuove costruzioni. Vi erano stati degli intoppi sulla questione dei piani da costruire (la richiesta arrivata al Comune da parte della società Edifica Terza Srl è stata quella di realizzare una costruzione con cinque livelli, senza tuttavia intaccare l'equilibrio delle altezze nella zona che è di quattro piani). Avvalendosi di alcune deroghe, sembra che tutto sia pronto per la realizzazione. Il Comune tiene presente le diverse situazioni ed è particolarmente sensibile al tema del degrado di alcune parti di città: cerca naturalmente di favorire il recupero di queste aree».

Ci saranno altri interventi di trasformazione nelle zone limitrofe?

«Certamente l’edificio di via Maffei, come quello di via Foro Boario, si inserisce in un piano di riqualificazione della città molto più ampio, come la nuova stazione ferroviaria e il progetto di Porta Sud, che cambierà il volto dell’area a sud della città. È un processo in atto che sta modificando la fisionomia di Bergamo. Consideriamo anche gli interventi promossi dall’Università, come l’ex caserma Montelungo, che finalmente, dopo oltre otto anni, pare si avvii a concretizzarsi».

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