La polemica

I Maestri del Paesaggio: il contributo del Comune è sempre lo stesso, il festival no

Da 194 eventi gratuiti a soli 14; da 16 allestimenti a due. La manifestazione ha cambiato volto, ma l'Amministrazione versa ad Arketipos sempre 47 mila euro. E un'interrogazione chiede di cambiare rotta

I Maestri del Paesaggio: il contributo del Comune è sempre lo stesso, il festival no
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di Andrea Rossetti

È bastata la presentazione del progetto della prossima “Green Square” per riaccendere la polemica sul Landscape Festival - I Maestri del Paesaggio (in programma dal 5 al 21 settembre a Bergamo). O meglio, su Piazza Vecchia verde, installazione simbolo della kermesse dedicata al verde e alla sostenibilità. I consiglieri comunali della Lega, Alessandro Carrara e Alberto Ribolla, hanno infatti presentato un’interrogazione in cui chiedono all’Amministrazione di rivedere il contributo riconosciuto annualmente ad Arketipos, associazione organizzatrice, a fronte del «calo significativo in termini di qualità e quantità delle installazioni e delle iniziative collaterali» dell’evento.

Il rendere di Piazza Vecchia verde 2025, progetto di Sarah Price

I 47 mila euro della discordia

Il contributo a cui si fa riferimento è quello concesso da Palafrizzoni, ogni fine anno, a enti e associazioni per aiutare a coprire le spese sostenute nell’organizzazione di attività ed eventi in ambito culturale, sportivo, sociale, educativo o ambientale. La cifra che Arketipos riceve - ormai da oltre dieci anni - è pari a 47 mila euro. Nel 2024, inoltre, l’associazione ha ricevuto 40 mila euro da Regione Lombardia attraverso il bando destinato al supporto di eventi culturali; 30 mila euro dalla Camera di commercio di Bergamo; 5 mila euro dalla Fondazione Mia. L’anno scorso, dunque, Arketipos, per il Landscape Festival, ha ricevuto 122 mila euro pubblici complessivi.

Il vicesindaco Sergio Gandi, in quanto assessore alla Cultura (sono di sua competenza questi contributi), ha risposto sulle pagine de L’Eco di Bergamo all’interrogazione, affermando che non c’è «alcuna ragione per cambiare la natura del contributo». Questo perché Arketipos, negli anni, «ha consentito, insieme alla Fondazione Mia, di ottenere il Premio Paesaggio 2021 del Consiglio d’Europa» e ha “contribuito” con i suoi progetti ad alcuni interventi in città: quello per la riqualificazione di via Autostrada, spiega Gandi, «è frutto di un lavoro fatto da Peter Fink, ospite di Arketipos», così come la riqualificazione delle aiuole di via Tasso, «firmato da Nigel Dunnet, che ha firmato Piazza Vecchia verde nel 2021». Il vicesindaco condivide il fatto che il festival dovrebbe andare di più nei quartieri, ma conclude affermando che «prendersela con Arketipos è una battaglia contro i mulini a vento».

I soldi sono per l’evento

Il punto, però, è un altro. I 47 mila euro elargiti dal Comune ad Arketipos non vanno all’associazione per la sua influenza culturale, ma - come indica chiaramente il testo della delibera comunale 762 del 19 dicembre 2024 - «per l’organizzazione» del Landscape Festival. Per l’evento in sé. Ed è quindi su quello che ci si deve basare se si vuole provare a fare una valutazione concreta e non figlia di posizioni preconcette. In tal senso, anche basarsi sulla pura estetica dell’installazione annuale in Piazza Vecchia sarebbe un errore. A venirci in soccorso sono quindi i numeri.

Dal 2021, la composizione di Arketipos è cambiata. Allora, il presidente, direttore creativo e paesaggista Maurizio Vegini decise di lasciare - insieme a due membri del consiglio direttivo - per «divergenze sulla governance per il futuro». Fu così eletto l’attuale presidente, Vittorio Rodeschini, e “ridisegnato” l’assetto: non più un presidente-direttore creativo e dieci soci consiglieri, ma un presidente (che non è anche direttore creativo), un vice, tre soci consiglieri e un tesoriere. Questo cambiamento ha anche modificato linee guida e attività di Arketipos, che è sembrata focalizzarsi soprattutto su un’attività di networking. In questo contesto, il Landscape Festival ha evidentemente - e legittimamente - perso centralità, restando una vetrina importante ma su cui investire forse un po’ meno energie e forze.

I numeri parlano chiaro

Piazza Vecchia verde nel 2019 (foto di Rosanna Castrini)

Il confronto dei numeri dell’edizione 2019, organizzata dal precedente direttivo, e quelli dell’edizione 2024 (raccolti l'autunno scorso dal Corriere Bergamo) sono emblematici in tal senso. Sei anni fa, il Landscape Festival organizzò ben 198 eventi, suddivisi in 89 tipologie diverse (esibizioni, spettacoli live, iniziative di contorno...). Di questi, 194 erano gratuiti e fruibili da tutti, mentre 4 a pagamento. Oltre al grande allestimento in Piazza Vecchia, ne furono realizzati altri nove in Città Alta e sei nel resto di Bergamo. Furono inoltre coinvolte le scuole superiori del territorio, ma anche volontari e studenti italiani e non, per un totale di 163 persone. La spesa complessiva, Iva esclusa, fu di 560 mila euro, sostenuta grazie al supporto di 150 sponsor e dei 47 mila euro del Comune. Ovviamente, Palafrizzoni concesse anche l’utilizzo gratuito di tutti gli spazi pubblici “toccati” dal festival.

L’anno scorso si è passati da 194 a soli 14 eventi gratuiti, mentre sono stati confermati i 4 a pagamento. Drasticamente ridotti anche gli allestimenti: oltre a quello in Piazza Vecchia, soltanto un altro in Città Alta. Stop. Quanto sia costata l’intera organizzazione e quanti siano stati gli sponsor coinvolti non è noto, ma il Comune ha confermato - come detto - il proprio contributo da 47 mila euro (a cui vanno aggiunti gli altri contributi pubblici elencati, fino a un totale di 122 mila euro) e l’utilizzo gratuito degli spazi pubblici. È noto, invece, quanto costasse la partecipazione ai tre seminari a pagamento organizzati: poco meno di 575 euro.

Piazza Vecchia verde nel 2024

Le due possibili strade

Al di là di Piazza Vecchia verde, dunque, il Landscape Festival, negli ultimi anni, ha ridotto in modo chiaro la sua essenza di manifestazione per i cittadini, diventando soprattutto un appuntamento per esperti (paganti) del settore. Il che non è né un bene né un male, è una semplice evidenza che legittima le perplessità circa l’ammontare del contributo elargito da Palazzo Frizzoni. E questo anche se si guarda a ciò che di buono il festival dona e ha donato alla città al di là della manifestazione. Prima del 2020, infatti, Arketipos non aveva condiviso solamente progetti, ma anche opere e interventi fatti e finiti. Solo per citarne alcuni: la sistemazione dell’area del lavatoio (valore: 15 mila euro), la statua Torus dello scultore David Harber in piazza Mascheroni (28 mila euro), il “Giardino dell’incontro” all’ospedale Papa Giovanni (25 mila euro).

Non si tratta di una gara, di valutare se il Landscape Festival fosse meglio alcuni anni fa oppure oggi. Ma i numeri dicono chiaramente che si tratta di due manifestazioni diverse, per obiettivi e - probabilmente - per spirito. E poiché i contributi del Comune sono destinati all’evento e non all’operato di Arketipos in generale, è giusto porsi delle domande sul suo ammontare. Dati alla mano, non appare giustificato che oggi la cifra sia la stessa di sei, otto, dieci anni fa. Le strade sono quindi due, soprattutto in tempi di ristrettezze finanziarie: o si rivede al ribasso quella cifra, oppure si chiede ad Arketipos di lavorare a un Landscape Festival che sia nuovamente coinvolgente per la città e i cittadini. Cosa su cui, a fine 2024, si era detta d’accordo anche l’assessora al Verde, Oriana Ruzzini, che al Corriere Bergamo aveva sì sottolineato l’importanza de I Maestri del Paesaggio, ma anche ammesso che Piazza Vecchia verde da sola (o quasi) non può più bastare.

Il presidente Rodeschini aveva accettato l’invito a cambiare le cose. Vedremo a settembre se un miglioramento ci sarà davvero. Altrimenti, quando a fine 2025 il Comune elargirà i nuovi contributi a enti e associazioni del territorio per l’organizzazione di manifestazioni e iniziative, saremo punto e a capo.