la richiesta a Palazzo Frizzoni

Il comitato Ponchia Otto: «La Cascina diventi un bene comune accessibile a tutti»

A distanza di un anno dallo sgombero, il futuro dell'immobile è incerto e l'edificio è ancora abbandonato. La richiesta di 250 cittadini

Il comitato Ponchia Otto: «La Cascina diventi un bene comune accessibile a tutti»
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La Cascina Ponchia, nel quartiere di Monterosso, deve diventare un bene comune in cui creare un «centro culturale partecipato e finalizzato al benessere collettivo». È la richiesta avanzata all’Amministrazione comunale da parte del comitato Ponchia Otto, sottoscritta da 250 cittadini. Nel caso in cui l’appello dovesse essere accolto da Palazzo Frizzoni, il comitato sarebbe anche disposto a costituirsi come associazione aperta a tutti gli abitanti del quartiere, favorendo così la partecipazione, la cura e la gestione dell’immobile.

Tra gli obiettivi dichiarati vi sono il mantenimento della vocazione storica legata alla dimensione aggregativa «scevra da interessi commerciali – sottolinea il comitato - e volta, al contrario, a produrre in via esclusiva capitale sociale, che veda come elemento imprescindibile la possibilità di accesso libero e informale al bene stesso da parte del singolo cittadino». Ma anche una sua gestione ispirata a forme di partecipazione diretta, la promozione di nuove formule di socialità, la condivisione degli spazi e il rispetto dei principi di «solidarietà, multiculturalità, responsabilità, intergenerazionalità, equità e inclusività, ripudiando ogni forma di fascismo, razzismo, omofobia o sessismo.

Dopo lo sgombero il nulla

Non è la prima volta che i componenti di Ponchia Otto chiedono che la Cascina torni a essere un luogo vissuto. La richiesta era già stata avanzata all’indomani dello sgombero da parte delle forze dell’ordine, avvenuto il 6 ottobre dell’anno scorso su mandato del Comune.

«A un anno di distanza – scrivono - l’Amministrazione non ha trovato un’alternativa percorribile all’utilizzo dell’immobile, che risulta ancora sotto sequestro e abbandonato all’incuria, aggravando ulteriormente la percezione di mancanza di servizi recentemente portata agli onori delle cronache da parte di un neonato comitato che ha ottenuto immediatamente un’interlocuzione con il Comune, restio invece ad un confronto con il comitato Ponchia Otto».

Un utilizzo transitorio della Cascina a scopi culturali, sociali e di aggregazione contribuirebbe anche a una maggiore sicurezza di Monterosso. Questa molteplicità di funzioni potrebbe essere definita attraverso un processo partecipato «della durata indicativa di sei mesi».

Risorse non adeguate alla ristrutturazione

Per il comitato Ponchia Otto, inoltre, i fondi stanziati dal Comune per la riqualificazione della Cascina sarebbero insufficienti per portare a termine un intervento completo e risolutivo. Le risorse dovrebbero quindi essere indirizzate inizialmente alla messa in sicurezza e all’adeguamento dei locali dello stabile.

«La necessità di sperimentare nuove strade – concludono gli abitanti di Monterosso -, pubbliche e partecipate, per la gestione dei beni comuni risulta un’istanza condivisa da diverse realtà. Con questa prospettiva il comitato Ponchia Otto parteciperà mercoledì 6 ottobre alle 20.30 al dibattito “Spazi e beni comuni - un altro capitolo”, organizzato all’ex carcere di Sant’Agata, in Città Alta».

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