L'intervista

Il prefetto Giuseppe Forlenza, che sta ricostruendo l'accoglienza in Bergamasca

Insediatosi a gennaio, s'è trovato a dover gestire l'arrivo di centinaia di richiedenti asilo. Dopo che l'inchiesta del 2020 aveva lasciato macerie

Il prefetto Giuseppe Forlenza, che sta ricostruendo l'accoglienza in Bergamasca
Pubblicato:

di Andrea Rossetti

Ricostruire non è mai semplice. Per forza di cose ci si scontra con un preesistente, con ciò che c’era e che, venendo meno, ha lasciato solo scorie o macerie. È ciò che è accaduto a Bergamo con il sistema dell’accoglienza: la famigerata inchiesta della Procura avviata nell’estate del 2020 e conclusasi un anno fa con un sostanziale nulla di fatto ha cancellato rapporti e tutto il lavoro che era stato fatto in anni e anni.

Quell'inchiesta devastante

Degli ottanta indagati iniziali, solo per otto, a giugno 2021, venne chiesto il rinvio a giudizio. Alla fine, non c’è mai stato nemmeno il processo. Per quegli otto è stata prevista solo la messa alla prova, ovvero un provvedimento con il quale il Tribunale chiede all’imputato di prestare la propria opera a favore di qualcuno, solitamente nell’ambito sociale, gratuitamente e per qualche tempo. In cambio, i soggetti implicati ottengono il proscioglimento e l’estinzione del presunto reato.

Insomma, poca roba. Eppure quelle indagini, unite all’enorme clamore mediatico, hanno creato una spaccatura istituzionale ampia. Il sistema di accoglienza esistente è stato distrutto, lasciando solo macerie. E scorie.

Gli enti del terzo settore, che fino a quel momento avevano sempre risposto presente alle richieste di aiuto dello Stato, decisero di dire basta. La Caritas di Bergamo annunciò che non avrebbe più partecipato ai bandi della Prefettura. E così ha fatto e continua a fare.

Un sistema da ricostruire

È questo il quadro che s’è trovato davanti Giuseppe Forlenza quando, a inizio anno, ha preso servizio come prefetto di Bergamo. Ed è su quelle macerie che, un mattone alla volta, ha iniziato la ricostruzione di un sistema di accoglienza che non c’era più. Del resto, ad aver bussato alla sua porta è stata la realtà: gli sbarchi di immigrati, dopo anni di relativa pace, sono ripresi a ritmi importanti e tutti i territori hanno dovuto, volente o nolente, rispondere presente.

Giuseppe Forlenza, nuovo prefetto di Bergamo
Giuseppe Forlenza,  prefetto di Bergamo

Per questo, quando il prefetto affronta la questione, è dai numeri che parte: «Nel primo semestre del 2023 sono stati 651 i migranti che abbiamo accolto in Bergamasca: 517 uomini, 101 donne e 33 minori. Nel primo semestre del 2022 erano stati 104. La differenza mi pare evidente».

Numeri enormi, soprattutto per un territorio che non aveva più un sistema di accoglienza.

«Sono sincero, l’aiuto della Caritas è stato fondamentale. Le loro competenze e conoscenze, soprattutto nella prima fase, ci hanno permesso di muoverci con attenzione e di prendere contatti».

Ma ai bandi ancora non partecipano.

«Ai bandi partecipano cooperative, anche non bergamasche, che hanno a disposizione spazi. Questi spazi vanno però trovati e devono essere adatti ad accogliere persone. C’è un lavoro enorme da fare sul territorio, quindi».

Quella che stiamo vivendo si può definire ancora “emergenza”?

«Dal punto di vista formale, il Governo ha dichiarato lo Stato di Emergenza».

Sì, ma se ormai gli sbarchi sono costanti...

«Sicuramente, dopo un avvio non semplice, ora le cose vanno meglio. In generale, abbiamo sempre trovato una soluzione in questi mesi. Nel complesso, mi sento di dire che siamo riusciti a mettere in piedi un sistema di accoglienza che funziona».

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 6 luglio, o in edizione digitale QUI

Seguici sui nostri canali