Nuovi orizzonti

L’aeroporto di Orio, che era quello delle low cost, oggi sta cambiando pelle

Per il 2023 si punta a oltre 14 milioni di passeggeri e ricavi per 200 milioni. Lo scalo è sempre meno un hub: tante nuove rotte, anche intercontinentali

L’aeroporto di Orio, che era quello delle low cost, oggi sta cambiando pelle

di Andrea Rossetti

«Il concetto di hub aeroportuale sta tramontando, mentre sta prendendo quota il fenomeno del point to point. È una questione molto tecnica, ma sostanzialmente sta cambiando un po’ il mondo, si sta andando verso un’accessibilità sempre più diretta. E noi siamo pronti»: così Emilio Bellingardi, direttore generale di Sacbo, ha dipinto l’orizzonte verso cui sta volando l’aeroporto di Orio. Che sta per chiudere un 2022 di grandi numeri – con oltre 13 milioni di passeggeri, secondo miglior risultato di sempre – e che punta a un 2023 ancora migliore, con obiettivo i 14 milioni di passeggeri e i 200 milioni di euro di ricavi.

Tanti investimenti e nuove rotte

Nell’abituale conferenza di fine anno, tenutasi il 14 novembre, Bellingardi e il presidente Giovanni Sanga hanno acceso i fari sul domani dell’aeroporto. Che dopo i due anni di pandemia, definiti senza giri di parole «i più duri della nostra storia», ha vissuto dodici mesi di forte ripresa e adesso spera, nell’anno che verrà, di riprendere quell’evoluzione brutalmente interrotta dal Covid.

È in questa direzione che vanno i 55 milioni di euro di investimenti annunciati per il 2023, che per la maggior parte saranno concentrati sull’avvio dei lavori di ampliamento dell’area check-in. L’obiettivo, in sostanza, è velocizzare le procedure pre-imbarco e di controllo, realizzando un’area ad hoc più ampia e servita.

Del resto, al di là delle polemiche («Una volta il tema era il rumore, oggi il presunto inquinamento dell’aria. Mi sembrano tutte polemiche pretestuose», ha tagliato corto Bellingardi), Orio continua a crescere. E ad avere successo. Lo dimostrano i numeri, ma anche il grande appeal che ha lo scalo tra le compagnie aeree.

Se Ryanair resta il principale player, se ne stanno aggiungendo sempre di nuovi, come ad esempio Aeroitalia e Air Arabia. E con rotte tutt’altro che “standard”, dall’Europa fino a Sharja, negli Emirati Arabi Uniti. A chiusura dell’anno in cui si è tanto parlato della fine dei voli low cost, quello che è stato, per almeno due decenni, l’aeroporto dei low cost per antonomasia ha dimostrato di stare cambiando pelle.

«La nostra vocazione è il mondo»

Dove porterà questa metamorfosi? Difficile dirlo ora. Ma quando Bellingardi afferma che «sta cambiando un po’ il mondo. E noi siamo pronti» è a questo che si riferisce. Lo scalo di Orio è sempre meno “bergamasco”, sempre meno locale, e sempre più internazionale («La nostra vocazione è il mondo», ha detto Sanga). Non è un caso che (…)

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