Cantiere incagliato

Lavori alla Montelungo, è ancora tutto fermo. Ma il Comune ha lanciato un salvagente

Il Demanio: «2,6 milioni di troppo» e blocca tutto: il valore delle residenze scende da 24,9 a 22,3 milioni. Forse trovata una soluzione

Lavori alla Montelungo, è ancora tutto fermo. Ma il Comune ha lanciato un salvagente
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di Paolo Aresi

Ma come stanno davvero le cose alla caserma Montelungo? Dopo cinque anni di macerie vedremo finalmente partire i lavori? E quando? Nei giorni scorsi è stato dato l’annuncio di un passo in avanti, di un aggiornamento della situazione tra Università di Bergamo, Comune e Cassa depositi e prestiti, aggiornamento che dovrebbe sbloccare lo “stop” arrivato nel luglio scorso dall’Agenzia del Demanio.

Qual era il problema? Dopo nove mesi di considerazioni, l’Agenzia ha detto in soldoni che la valutazione della Montelungo non era «congrua», cioè non era giusta. Per la precisione era di 2,6 milioni di euro superiore a quella stabilita dai tecnici del Demanio. Cioè, la Cassa depositi e prestiti aveva chiesto una cifra superiore a quella adeguata (secondo la Commissione di Congruità). Quindi l’affare - fra due enti pubblici, senza scopo di lucro - non si doveva realizzare (a parere di un terzo ente pubblico). In particolare, la Commissione di congruità aveva giudicato il valore delle aule didattiche giusto (7,7 milioni di euro) mentre per le residenze aveva espresso un valore di 22,3 milioni di euro contro i 24,9 pattuiti.

Una brutta tegola, che poteva avere soltanto una soluzione: che la Cassa depositi e prestiti abbassasse la richiesta, cioè che accettasse i 22,3 milioni di euro.

La notizia diramata venerdì scorso al termine del Collegio di vigilanza (composto da Università, Comune, Cassa depositi e prestiti e Regione) parla di un nuovo accordo o, esattamente, di «una proposta di integrazione dell’accordo in grado di garantire la sostenibilità del futuro fondo immobiliare destinato allo sviluppo sia della Montelungo che della Colleoni».

Il fondo in questione è quello formato da Comune di Bergamo e da Cassa depositi e prestiti, fondo proprietario della Colleoni e di altre parti dell’area. Secondo questo aggiornamento, il fondo percepirà i 22,23 milioni di euro indicati dall’Agenzia del Demanio. Si è tuttavia deciso che il fondo offrirà all’Università quaranta posti auto nel parcheggio interrato che verrà costruito e il diritto di uso della piazza interna; verrà anche realizzato un infopoint per studenti e docenti, a cura sempre del fondo. L’Università pagherà questi interventi, in questo modo, si cerca un equilibrio finanziario per tutto il complesso dei lavori: Montelungo, Colleoni, piazza antistante e via dicendo.

Insomma, una missione di soccorso da parte del Fondo, e in particolare del Comune di Bergamo, affinché la situazione si sblocchi. È quello che tutti ci auguriamo, considerando che l’intervento è strategico per la nuova Bergamo oltre che per lo sviluppo della nostra Università. Si spera che l’Agenzia del Demanio non debba tornare a dire la sua, perché i tempi sarebbero biblici. Salvo contrattempi, ora partirà la procedura per l’individuazione della società Sgr (Società di gestione del risparmio) che dovrà gestire il cantiere di ristrutturazione.

Dopo la decisione dell’Agenzia, il Collegio di vigilanza si era riunito, a fine agosto, e aveva chiesto alla Cassa depositi e prestiti di fare un passo verso la richiesta dell’Agenzia. La questione non era semplice da risolvere anche perché aveva a che vedere con la possibilità di provocare un “danno erariale”, prospettiva non certo piacevole per gli amministratori.

Veiga Barozzi, addio

Il progetto Barozzi/Veiga

Intanto, sulla vicenda delle due ex caserme è piovuta un’altra tegola: lo studio Veiga e Barozzi ha gettato la spugna, esasperato - pare - dai continui rinvii e richieste di riprogettazione. Barozzi e Veiga, si erano aggiudicati, nel 2015, il concorso internazionale «per la riqualificazione e riconversione delle ex Caserme Montelungo Colleoni di Bergamo» a cui aderirono 135 studi di architettura; in finale prevalsero su architetti di valore come il londinese David Chipperfield, i portoghesi Ines Lobo e Joao Maria Ventura Trinidade e gli spagnoli Nieto e Sobejano. Barozzi, italiano, e Veiga, spagnolo, sono due giovani architetti che hanno al loro attivo numerosi riconoscimenti internazionali, due firme prestigiose. La proclamazione dei vincitori avvenne il 7 dicembre del 2015.

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